A cura della Redazione

«Nel primo pomeriggio (di ieri, ndr), ci siamo riuniti insieme agli altri leader del G7, e abbiamo adottato una Dichiarazione di ferma condanna dell’aggressione russa e di richiamo alla cessazione delle ostilità e di ritorno alle trattative. Ieri, in serata, ho partecipato a un Consiglio europeo straordinario, a cui ha preso parte anche il Presidente Zelensky, in cui l’Unione Europea ha espresso la sua condanna nei confronti della Russia e della Bielorussia. È stato un momento veramente drammatico quello della connessione con il Presidente Zelensky. E’ nascosto in qualche parte di Kiev. Ha detto che lui non ha più tempo, che l’Ucraina non ha più tempo, che lui e la sua famiglia sono l’obiettivo delle forze di invasione russa. E’ stato un momento drammatico che ha colpito tutti i partecipanti al Consiglio europeo. Oggi, stamattina prima di venire qua, mi ha cercato prima di venire qua, abbiamo fissato un appuntamento telefonico, per le 9.30, ma non è stato possibile poi fare la telefonata perché il Presidente Zelensky non era più disponibile».

E' uno dei passaggi dell'informativa sulla crisi Russia-Ucraina del Presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi, letta dinanzi ai deputati della Camera. 

«L’Italia condanna con assoluta fermezza l’invasione, che giudichiamo inaccettabile - ha affermato Draghi -. L’attacco è una gravissima violazione della sovranità di uno stato libero e democratico, dei trattati internazionali, e dei più fondamentali valori europei. Voglio esprimere ancora una volta la solidarietà del popolo e del Governo italiano alla popolazione ucraina e al Presidente Zelensky. Il ritorno della guerra in Europa non può essere tollerato».

«Nella notte tra mercoledì e giovedì la Federazione Russa ha lanciato un’offensiva imponente nei confronti dell’Ucraina - ha poi spiegato Draghi -. L’aggressione è avvenuta subito dopo un messaggio con cui il Presidente Putin ha annunciato un’“operazione speciale mirata” in Ucraina orientale, ed è stata preceduta da un attacco cibernetico capillare che ha paralizzato i siti governativi ucraini. L’invasione ha assunto subito una scala ampia e crescente. Le forze terrestri russe sono entrate in territorio ucraino da nord-est, nord, sudest e dalla costa sud, ed è stato chiuso alla navigazione il Mar d’Azov, isolando i porti di Mariupol e Berdiansk. Abbiamo registrato esplosioni diffuse, anche nella regione di Leopoli, la più vicina alla frontiera con l’Unione Europea. Forze anfibie russe sono sbarcate a Odessa, la principale città portuale, dove vi sono notizie di almeno una ventina di vittime. L’esercito russo prosegue con lanci di missili sulle principali città, anche quelle dell’Ucraina centro-occidentale. Una pioggia di missili è caduta la scorsa notte su Kiev, mentre l’esercito ha assediato varie città lungo la strada tra il confine e la città. L’esercito russo ha preso il controllo della zona della centrale nucleare di Chernobyl».

Il premier ha poi evidenziato come «l’offensiva ha già colpito in modo tragico la popolazione ucraina: il Ministero dell’Interno ucraino registra vittime civili». Una dichiarazione che, dunque, contrasta con quanto dichiarato da Putin, che ha sempre detto che l'obiettivo era colpire avamposti e strutture militari di difesa ucraini.

«Le immagini a cui assistiamo, di cittadini inermi costretti a nascondersi nei bunker e nelle metropolitane, sono terribili e ci riportano ai giorni più bui della storia europea. Si registrano lunghe file di auto in uscita da Kiev e da altre città ucraine, soprattutto verso il confine con l’UE. È possibile immaginare un ingente afflusso di profughi verso i Paesi europei limitrofi».

Su possibili accordi volti a far cessare il conflitto, Draghi sottolinea come «il governo russo ha avanzato la proposta di trattative dirette con il governo ucraino, e confermato che l’obiettivo è neutralizzare e demilitarizzare l’Ucraina. Non risulta al momento un riscontro ucraino».

Sui nostri connazianali in Ucraina, il Capo del Governo ha ribadito che «l’Ambasciata italiana a Kiev è aperta, pienamente operativa, e mantiene i rapporti con le autorità ucraine, in coordinamento con le altre Ambasciate, anche a tutela degli italiani residenti. L’Ambasciata resta in massima allerta ed è pronta a qualsiasi decisione. Abbiamo già provveduto a spostare il personale in un luogo più sicuro. Ai circa 2000 connazionali presenti è stato raccomandato di seguire le indicazioni delle Autorità locali e di valutare con estrema cautela gli spostamenti via terra dentro e fuori il Paese. Alla luce della chiusura dello spazio aereo e della situazione critica sul terreno, stiamo pianificando in coordinamento con le principali ambasciate dell’Unione Europea un’evacuazione in condizioni di sicurezza. Voglio ringraziare l’Ambasciatore Pier Francesco Zazo e tutto il personale dell’Ambasciata per la professionalità, la dedizione, il coraggio che stanno dimostrando in queste ore. E voglio ringraziare il Ministro Di Maio, i diplomatici e tutto lo staff della Farnesina, per il loro incessante impegno».

L'Ucraina non viene lasciata sola. «Stiamo definendo un pacchetto da 110 milioni di euro di aiuti finanziari all’Ucraina a scopi umanitari e di stabilizzazione macro-finanziaria - ha proseguito Draghi -. Nell’ambito della Difesa, si stanno predisponendo misure di assistenza, in particolare nel settore dello sminamento e della fornitura di equipaggiamento di protezione. Il Governo italiano ha sempre auspicato, insieme ai suoi partner internazionali, di risolvere la crisi in modo pacifico e attraverso la diplomazia. Qualsiasi dialogo, però, deve essere sincero e soprattutto utile. Le violenze di questa settimana da parte della Russia rendono un dialogo di questo tipo nei fatti impossibile».

Per quanto riguarda l'impegno militare dell'Italia, Draghi ha detto che «le forze italiane che prevediamo essere impiegate dalla NATO sono costituite da unità già schierate in zona di operazioni, circa 240 uomini attualmente schierati in Lettonia, insieme a forze navali, e a velivoli in Romania; e da altre che saranno attivate su richiesta del Comando Alleato. Per queste, siamo pronti a contribuire con circa 1.400 uomini e donne dell’Esercito, della Marina e dell’Aeronautica, e con ulteriori 2.000 militari disponibili. Le forze saranno impiegate nell’area di responsabilità della NATO e non c’è nessuna autorizzazione implicita dell’attraversamento dei confini».

La guerra sta impattando fortemente sull'economia internazionale. «La maggiore preoccupazione - riferisce Draghi - riguarda il settore energetico, che è già stato colpito dai rincari di questi mesi: circa il 45% del gas che importiamo proviene infatti dalla Russia, in aumento dal 27% di dieci anni fa. Le vicende di questi giorni dimostrano l’imprudenza di non aver diversificato maggiormente le nostre fonti di energia e i nostri fornitori negli ultimi decenni. Gli stoccaggi italiani beneficiano dell’aver avuto, a inizio inverno, una situazione migliore rispetto a quello di altri Paesi europei, anche grazie alla qualità delle nostre infrastrutture. Il livello di riempimento aveva raggiunto il 90% alla fine del mese di ottobre, mentre gli altri Paesi europei erano intorno al 75%. La fine dell’inverno e l’arrivo delle temperature più miti ci permettono di guardare con maggiore fiducia ai prossimi mesi, ma dobbiamo intervenire per migliorare ulteriormente la nostra capacità di stoccaggio per i prossimi anni».

«Il Governo - ha continuato Draghi - è al lavoro inoltre per aumentare le forniture alternative. Intendiamo incrementare il gas naturale liquefatto importato da altre rotte, come gli Stati Uniti. Il Presidente americano, Joe Biden, ha offerto la sua disponibilità a sostenere gli alleati con maggiori rifornimenti, e voglio ringraziarlo per questo».

Infine, l'appello a restare uniti. «La crisi di portata storica che l’Italia e l’Europa hanno davanti potrebbe essere lunga e difficile da ricomporre, anche perché sta confermando l’esistenza di profonde divergenze sulla visione dell’ordine internazionale mondiale che non sarà facile superare. Il Governo intende lavorare senza tregua, in stretto coordinamento con gli alleati, per dare ai cittadini le risposte che cercano in questo momento di grave incertezza. Per farlo, è essenziale il vostro appoggio - ha concluso rivolgendosi ai deputati -, della maggioranza e dell’opposizione. In queste ore mi sono arrivate dichiarazioni di sostegno da tutti i gruppi politici e dai loro leader. Vorrei ringraziarli tutti. Vi sono sinceramente grato, perché il Parlamento è il centro della nostra democrazia, la casa di tutti gli Italiani e la sua vicinanza esprime la vicinanza del Paese. Davanti alle terribili minacce che abbiamo davanti, per essere uniti con l’Ucraina e con i nostri alleati dobbiamo prima di tutto restare uniti fra noi».