A cura della Redazione

Evasione delle imposte, contributi non versati. Un imprenditore del settore dei trasporti è stato arrestato dai finanzieri della Compagnia di Imola (Bologna) a seguito di indagini coordinate dalla Procura felsinea. Il soggetto è stato sottoposto ai domiciliari ed è indagato per aver organizzato una frode fiscale che gli avrebbe consentito di sottrarre dalle casse del Fisco e agli stessi dipendenti oltre 6,5 milioni di euro.

Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bologna ha disposto inoltre il sequestro preventivo dei beni appartenenti a quattro società riconducibili all’imprenditore e ad altre sei persone, che hanno collaborato a vario titolo con l’arrestato per realizzare lo schema criminoso. Il sequestro ha riguardato, oltre alle disponibilità finanziarie, 3 immobili, 2 auto e diversi gioielli ed orologi di pregio rinvenuti nella casa dell’imprenditore nel corso della perquisizione.

La società imolese - amministrata formalmente da parenti o stretti collaboratori dell’imprenditore arrestato - offriva servizi di trasporto merci contando su oltre 400 autisti, assunti tuttavia da altre 4 società, soprattutto cooperative. Queste ultime - stando alle indagini - sarebbero risultate prive dei mezzi e delle infrastrutture necessarie per esercitare l’attività, ed erano amministrate da “teste di legno” con diversi precedenti di polizia. Non versavano imposte, né contributi previdenziali ed assistenziali, causando così un danno diretto sia all’Erario che ai lavoratori assunti.

Acquistando dalle 4 società la manodopera, l’imprenditore poteva dedurre i costi del lavoro e spostare sui prestanome le responsabilità del datore di lavoro. Una di queste “cartiere”, inoltre, aveva stabilito la propria sede in Romania, al fine di eludere la normativa italiana in materia di lavoro e stipulare con gli autisti contratti per loro più sfavorevoli.

Il sistema fraudolento disvelato dall'inchiesta, che vede il coinvolgimento di molteplici soggetti, oltre ad aver causato una rilevante evasione fiscale e contributiva, ha comportato un’illecita concorrenza di mercato, in quanto la società verificata poteva offrire servizi di trasporto a prezzi di gran lunga inferiori rispetto ai suoi competitors.