A cura della Redazione

Buone notizie per i pensionati: è in arrivo la rivalutazione degli assegni che fa da paracadute all’inflazione. I primi aumenti scatteranno a ottobre. Poi ne arriverà un altro più sostanzioso da gennaio 2023, in base al meccanismo, reintrodotto da quest’anno dal governo Draghi, di indicizzazione per quote e scaglioni.

La rivalutazione: come funziona

La rivalutazione prevede di recuperare l’aumento dei prezzi così come rilevato dall’Istat. I calcoli si fanno a consuntivo. Pertanto quest’anno si recupera l’indice di inflazione del 2021, che l’Istat ha calcolato nell’1,9%. Nel 2023 si recupererà l’inflazione di quest’anno, che spinta dai livelli altissimi dell’energia, si stima sia tra il 7 e l’8%.

La suddivisione in scaglioni

I pensionati che ricevono un assegno mensile fino a 4 volte l’assegno sociale (circa 2 mila euro) avranno una rivalutazione piena dell’importo rispetto all’inflazione. Un esempio: se un pensionato prende 1.300 euro al mese avrà un aumento di circa 25 euro lordi al mese (nel 2023 saranno intorno ai 100 euro in più al mese); i pensionati che ricevono tra 4 e 5 volte l’assegno avranno il 90% di aumento rispetto all’inflazione; i pensionati che ricevono più di 5 volte l’assegno sociale avranno il 75% di aumento rispetto all’inflazione.

L’anticipo

Con il decreto Aiuti bis di inizio agosto il governo ha disposto l’anticipo di una quota, pari al 2%, della rivalutazione che spetterebbe nel 2023. L’anticipo spetta ai titolari di assegni fino a 2.692 euro. Si applica da ottobre a dicembre, comprendendo la tredicesima e dunque per quattro mensilità.

Il conguaglio

A novembre gli assegni riceveranno il conguaglio dell’inflazione 2021 che era stata provvisoriamente valutata all’1,7% ed è risultata a consuntivo pari all’1,9: l’aumento quindi sarà pari allo 0,2 per cento, che va ad aggiungersi all'anticipo 2023 del 2% di ottobre.