A cura della Redazione

Non ci sarà alcun 'liberi tutti' per i positivi asintomatici. La svolta, auspicata da vari esperti e forze politiche e già attuata in alcuni Paesi, per il momento non sembra essere all'orizzonte in Italia.

Il ministro della Salute Roberto Speranza spazza il campo da equivoci: sul tema "c'è un parere del Consiglio superiore di sanità che è in arrivo e appena sarà formalizzato faremo le opportune valutazioni. Quello che è certo è che se una persona è positiva deve restare a casa".

Intanto, sono in arrivo i vaccini adattati contro le varianti: dovrebbero essere disponibili in Italia già da metà settembre. Il punto, spiega il ministro, è che secondo le indicazioni del Css "se una persona è positiva lo è, sintomi o non sintomi, e deve stare in isolamento per evitare il diffondersi del contagio". Prevale dunque un approccio di prudenza, anche se è stato ridotto il periodo di quarantena da 7 a 5 giorni per i soggetti positivi asintomatici, con un test negativo al quinto giorno. E passerà inoltre da 21 a 15 giorni il periodo massimo di isolamento in caso persista la positività al virus, sulla base della minore infettività trascorse due settimane.

Una prospettiva, quella del mantenimento della misura di isolamento, contestata però da più parti in vista delle elezioni del 25 settembre, quando alle urne potrebbero mancare in molti proprio a causa della positività al virus. Ma per Speranza questa polemica non sussiste: "Come fatto nelle ultime elezioni, c'è la possibilità del voto domiciliare, così come per le persone inferme. Anche per queste elezioni il voto domiciliare c'è e lo si può usare", afferma il ministro.