A cura della Redazione

Sei le regioni italiane in cui nella giornata di giovedì 22 settembre sono stati registrati diversi terremoti, alcuni anche di foirte intensità.

Tra queste, particolarmente forte quella originatasi a Bargagli alle 15.39, a pochi chilometri da Genova: qui i sismografi hanno registrato una magnitudo 4.1, profondità 10 km. Il sisma è stato avvertito distintamente dalle popolazioni del capoluogo ligure e delle province limitrofe. "Negli ultimi anni la sismicità in quest’area non è stata molto frequente - fa sapere l'INGV -. La pericolosità sismica di questa area è considerata media".

Nella giornata di ieri, è rimasta sospesa per diverse ore la circolazione ferroviaria, sulla linea Genova-La Spezia tra le stazioni di Genova Brignole e Santa Margherita Ligure e nella tratta Genova-Ronco Scrivia sulle linee Genova-Milano, Genova-Torino e Genova-Busalla, poi ripresa nella serata. Danni a una chiesa di Pieve Ligure con la caduta di calcinacci. Non ci sono stati feriti (foto in basso).

Oggi (23 settembre), alle ore 0.44 italiane, un altro somottamento della crosta terrestre sempre nella stessa zona con magnitudo 2.3 e profondità di 6 km.

Paura anche tra Marche e Abruzzo. La terra ha tremato alle 12.24 a 4 km da Folignano, in provincia di Ascoli Piceno, al confine con la provincia di Teramo, con ipocentro a una profondità di circa 24 km. Anche in questo caso la magnituso rilevata è stata 4.1.

Altre scosse si sono poi verificate in Sicilia (la più forte, magnitudo 3.6, a 4 km a sud di Paternò, nel Catanese), Umbria, in Emilia Romagna, nel Modenese (magnitudo massima 3.7), e Toscana, nel Lucchese (magnitudo massima 3.2). Eventi che - come evidenziano gli scienziati dell'INGV - non sono connessi tra loro.