A cura della Redazione

Sono 18 le persone indagate nell'ambito di una inchiesta condotta in Sicilia sul favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. La Squadra Mobile di Caltanissetta e gli agenti del Commissariato di Polizia di Niscemi hanno arrestato 12 soggetti, altri 6 sono invece ricercati. All'operazione hanno preso parte anche i poliziotti del Reparto prevenzione crimine, del Reparto volo e dei Cinofili di Palermo.

Smantellata una organizzazione che organizzava i "viaggi della disperazione" dalla Tunisia all'Italia, e che - da vari punti strategici dislocati in più centri siciliani - impiegava piccole imbarcazioni, munite di potenti motori fuoribordo, per trasportare dalle coste tunisine a quella siciliana dalle 10 alle 30 persone per volta, esponendole a grave pericolo per la vita.

Il prezzo pro-capite, pagato in contanti in Tunisia prima della partenza, si sarebbe aggirato tra i 3mila e i 5mila euro con un guadagno per l’associazione a delinquere tra i 30mila e i 70mila euro per ogni singolo viaggio.

Il denaro, raccolto in Tunisia, veniva inviato in Italia, a Scicli, in provincia di Ragusa, attraverso agenzie internazionali specializzate in servizi per il trasferimento di soldi, per essere successivamente versato su carte prepagate intestate agli arrestati. Parte della somma sarebbe poi stata reinvestita per aumentare i profitti del sodalizio criminale e provvedere all’acquisto di nuove imbarcazioni da utilizzare per le traversate.

In alcune intercettazioni captate dagli investigatori, si sente uno dei partecipanti all'organizzazione dire tranquillamente di liberarsi del "carico" di persone qualora fossero sorti problemi in mare con gli avvistamenti da parte delle forze dell'ordine in pattugliamento. 

Le indagini sono iniziate nel 2019 quando, all’imbocco del porto di Gela, si è incagliata una barca in vetroresina, di 10 metri con due motori da 200 cavalli. Il natante, segnalato da un pescatore del luogo, risultava rubato e utilizzato per far sbarcare decine di persone dalla Tunisia.

Sono stati decine i viaggi organizzati dagli indagati e accertati dagli inquirenti. Nel 2020 un’imbarcazione, partita dal Porto di Licata in direzione delle coste tunisine, ha subito l’avaria di entrambi i motori che non gli ha permesso la conclusione del viaggio, rimanendo quindi alla deriva in mare aperto.