A cura della Redazione

La nuova legge di bilancio del Governo Meloni rischia di svuotare le casse di alcune Regioni, soprattutto per quanto riguarda il comparto sanitario.

Così le tensioni cominciano a crescere e durante la riunione della Conferenza delle Regioni non si è trovato l’intesa per la suddivisione del Fondo di riparto della Sanità per il percorso di Autonomia differenziata.

Ad opporsi all’applicazione del criterio del tasso di mortalità e di quello sulla deprivazione socioeconomica è la Lombardia, già destinataria di un miliardo di euro provenienti dalla mobilità sanitaria passiva del Sud.

Si prevede che le differenze economiche tra Nord e Sud, già nettamente marcate, andranno ad ampliarsi: nel 2023 il PIL meridionale si contrarrebbe nel 2023 fino a -0,4%, mentre quello del Centro-Nord, pur rimanendo positivo a +0,8%, segnerebbe un forte rallentamento rispetto al 2022. Il dato medio italiano dovrebbe attestarsi invece intorno al +0,5%. È quanto emerge dal Rapporto Svimez 2022, giunto alla sua 49esima edizione, presentato lo scorso 28 novembre alla Camera dei deputati.

Secondo le stime SVIMEZ, il PIL dovrebbe crescere del +3,8% a scala nazionale nel 2022, con il Mezzogiorno (+2,9%) distanziato di oltre un punto percentuale dal Centro-Nord (+4,0%).

“La sanità è il settore che richiede la massima attenzione e priorità e non può essere colpita da ulteriori tagli quando invece occorrerebbe fare maggiori investimenti i quali nel tempo si ripagherebbero da soli. Sia in termine di qualità della vita, di vite salvate, che di fondi ai quali poi bisognerebbe attingere in caso di emergenze - dichiara il Consigliere Regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli -. Regioni come la Lombardia, dove una certa politica anti-meridionale ha dirottato la maggior parte delle risorse destinate anche al Sud, dovrebbe fare squadra invece di pensare a giocare da solista. Se il Sud affonda, che ha il potenziale più alto del Paese, trascina giù tutto il barcone”.