A cura della Redazione

Maxi operazione transnazionale contro la 'ndrangheta. Sono 108 le misure cautelari eseguite dai carabinieri del ROS e del Comando provinciale di Reggio Calabria (con il supporto, in fase di esecuzione dei provvedimenti, dei Comandi provinciali dell'Arma di Catanzaro, Vibo Valentia, Pescara, Milano, Salerno, Catania, Savona, Bologna, Vicenza, L’Aquila, Ancona, Roma, Cagliari, degli Squadroni Eliportati Cacciatori di Calabria, Puglia e Sicilia, nonché del 8° Nucleo Elicotteri e del Nucleo Cinofili di Vibo Valentia) a conclusione di una attività investigativa - gestita da diverse Procure italiane - coordinata dalla DDA di Reggio Calabria e che ha visto impegnate le autorità e le forze di polizia di Belgio, Francia, Germania, Portogallo, Spagna, Romania e persino Australia.

Lunghissimo l'elenco di accuse mosse, a vario titolo, agli indagati: associazione di tipo mafioso (imputazione a carico di 5 soggetti), concorso esterno in associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti (con l’aggravante della transnazionalità e dell’ingente quantità), produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti, detenzione/traffico di armi anche da guerra, riciclaggio, favoreggiamento, procurata inosservanza di pena, trasferimento fraudolento di valori.

Sono 38 gli arresti eseguiti a Milano, 15 quelli a Genova.

Sequestrati beni per circa 25 milioni di euro, tra società commerciali, beni mobili e immobili localizzati in Italia, Portogallo, Germania e Francia.

Le investigazioni, inizialmente orientate verso la famiglia “Strangio fracascia” di San Luca (RC), riconducibile alla cosca “Nirta”, sono state progressivamente estese a diverse famiglie del medesimo centro dell'Aspromonte, interessando anche la locale di ‘ndrangheta di Bianco, nel cui ambito sono stati ricostruiti gli assetti interni, numerose condotte relative ad acquisto di cospicue quantità di cocaina per il mercato locale (non concretizzatesi per mancanza di accordo con i fornitori), di detenzione e porto di armi da guerra, rese clandestine, di reinvestimento di capitali illeciti in attività imprenditoriali - sia in Italia che all’estero - in particolare nei settori della ristorazione, del turismo e immobiliare.

Ricostruita dagli investigatori anche la latitanza, e la relativa rete di favoreggiatori, di Rocco Morabito, detto Tamunga, superboss della 'ndrangheta inserito dal Ministero dell'Interno nell'elenco dei ricercati più pericolosi, arrestato in Brasile nel maggio 2021. 

In relazione al traffico internazionale di stupefacenti, è emersa l’operatività di tre associazioni contigue alle maggiori cosche del mandamento jonico reggino, con basi operative in Calabria e ramificazioni in varie regioni italiane e all’estero.

Le tre consorterie criminali, anche in sinergia tra loro, si rifornivano direttamente da organizzazioni colombiane, ecuadoregne, panamensi e brasiliane, risultando in grado di gestire un canale di importazione degli stupefacenti dal Sud America all’Australia, dove il prezzo di vendita risulta sensibilmente più alto rispetto al mercato europeo.

Sono stati registrati contatti con esponenti del clan del golfo, organizzazione paramilitare colombiana impegnata nel narcotraffico internazionale.

Numerosi sono stati gli episodi di importazione via mare censiti (nei porti Gioia Tauro, Anversa e Colon), che hanno permesso di accertare che, tra maggio 2020 e gennaio 2022, sono stati movimentati oltre 6.000 kg di cocaina, dei quali più della metà oggetto di sequestro.