E' una strage di civili dalle proporzioni sconvolgenti quella che ha colpito l'Iran, preso di mira da due esplosioni mentre sono al culmine le tensioni con gli Usa e Israele per il conflitto mediorientale.
Almeno 103 persone sono morte e oltre 210 sono rimaste ferite lungo la strada che porta al cimitero di Kerman, nel sud-est del Paese, mentre si recavano con altre migliaia di pellegrini a rendere omaggio alla tomba di Qassem Soleimani, il comandante della Forza Qods dei Pasdaran e nemico numero 1 dello Stato ebraico, ucciso esattamente quattro anni fa in un raid americano all'aeroporto di Baghdad.
Le autorità iraniane parlano di attacco "terroristico" - finora non rivendicato da nessuno - ma si astengono dall'individuare esplicitamente un colpevole. Attentati come questo hanno già insanguinato il Paese nel corso degli anni e sono stati rivendicati da vari gruppi: dall'Isis ai separatisti del Baluchistan, a quelli arabi del sud. Il servizio segreto israeliano Mossad è stato invece accusato da Teheran di uccisioni mirate di scienziati nucleari e responsabili militari sia in Iran sia all'estero. L'ultimo caso è quello di Seyed Razi Mousavi, generale dei Pasdaran colpito a morte il 25 dicembre in Siria. La duplice esplosione di Kerman è avvenuta inoltre all'indomani dell'attacco a Beirut in cui è stato ucciso il numero 2 di Hamas Saleh al-Arouri.