A cura della Redazione
La megadiscarica a cielo aperto è stata incendiata, producendo, com’è noto, diossina. Nonostante gli appelli a non dare alle fiamme i cumuli c’è chi continua imperterrito a farlo, senza nemmeno lontanamente immaginare quelle che possono essere le conseguenze sulla salute umana. Il fatto è che quei cumuli lì, a ridosso della cabina del metanodotto, non ci sarebbero dovuti essere. Di chi la colpa? Senza dubbio degli artefici del conferimento selvaggio. Non crediamo che le persone del vicinato siano tanto stupide da abbandonare i propri rifiuti in quel tratto di strada, esponendo esse stesse al rischio di esalazioni alla diossina. L’amministrazione comunale aveva fatto ripulire l’area, ma tutto è tornato come prima in pochissimo tempo, nell´indifferenza generale. Ha ragione chi dice che siamo un popolo di incivili? Lo sversamento avviene, in genere, nelle ore notturne, lontano da occhi indiscreti, quando, cioè, gli agenti della polizia locale hanno smontato da tempo e per strada non c’è nessuno o quasi. Gli operatori della protezione civile, su input del sindaco e dell’assessore all’igiene urbana, hanno tentato di dare una mano al decollo della differenziata, ma invece di ricevere il grazie di turno dai cittadini, si sono visti mandare a quel paese solo perché avevano fatto rilevare a qualcuno che non si atteneva al calendario della raccolta differenziata. Un vecchio adagio recita: chi è cagione del suo male, pianga se stesso. Perché, però, tanti onesti cittadini devono subire le conseguenze degli indisciplinati? CALBO