A cura della Redazione
Il Prefetto Renato Profili, commissario per il superamento della situazione di emergenza del sito archeologico pompeiano ha scritto nei giorni scorsi una lettera al Ministro Sandro Bondi per segnalare l’azione (definita depressiva) portata avanti dalla società Trenitalia Spa nei confronti della città di Pompei. Il danno per il sito “più visitato al mondo dopo le piramidi d’egitto” consiste nella circostanza che la società ferroviaria ha cancellato negli ultimi anni quasi tutte le fermate nella stazione di Pompei dei treni a lunga percorrenza (EuroStar ed InterCity). Il supercommissario non ha mancato di bacchettare gli amministratori della città di Pompei “per totale assenza sull’argomento” anche se in passato “hanno gridato al calo turistico ed al pericolo che esso potesse trasformarsi in un vero e proprio crollo”. Le motivazioni di Profili, nella sua lettera, che oltre alle autorità governative, è stata spedita anche alla Regione Campania ed al Comune di Pompei sono ampliamente dettagliate e circostanziate. Sono date dalla felice posizione geografica della città (baricentro territoriale di un territorio che va dal Vesuvio al basso Sarno, sbocco della penisola sorrentina verso Napoli); oltre i cinquecentomila abitanti residenti sul comprensorio a cui vanno aggiunti 7 milioni di turisti l’anno (Per Scavi archeologici e Santuario di Pompei). “L’attuale orario ferroviario di Trenitalia offende la città di Pompei – ha argomentato con durezza il Prefetto Profili – ma soprattutto infligge grave disagio al turismo nazionale ed internazionale con conseguenze negative, riscontrabili già nelle statistiche, all’indotto economico di tutto il terziario campano”. Profili ha anche spiegato che da un confronto con gli anni passati emerge il mortificante ruolo di retroguardia assegnato alla superstite Stazione di Pompei città, mentre una seconda stazione di origine borbonica è stata completamente dimessa. La sua richiesta è di riconoscimento a Pompei del ruolo di stazione/epicentro sulla tratta Napoli/Salerno, motivata dal turismo culturale archeologico e dell’ancor più numeroso turismo religioso legato al culto della Madonna del Rosario. MARIO CARDONE