A cura della Redazione
Il rammarico dell’Arcivescovo-Prelato di Pompei, Carlo Liberati, è di non essere riuscito a completare, come avrebbe voluto, la valorizzazione del patrimonio immobiliare della Chiesa di Pompei. "Con la Regione Campania abbiamo perso solo tempo, fino ad ora". Così ha spiegato lui stesso, riguardo all’iniziativa, concertata di comune accordo, di far nascere un museo archeologico nell’orfanotrofio femminile “Sacro Cuore” nel centro storico di Pompei. "Abbiamo impegnato inutilmente la Santa Sede - ha commentato laconicamente Liberati". Infruttuosa anche la trattativa con un imprenditore della zona, che doveva rilevare l’Hotel del Santuario, dismesso da 15 anni. Eppure, i due immobili a cui si riferisce l’Arcivescovo, sono di notevole portata. Avrebbero dovuto essere restaurati rispettivamente a spese dell’Ente pubblico e del privato, che ne avrebbero curato la gestione, arricchendo il flusso turistico e le casse dalla Chiesa di Pompei (con l’incasso del canone e l’aggio sui biglietti d’ingresso per il Museo). Il bilancio di Liberati nei cinque anni dal suo arrivo a Pompei resta comunque importante. L´alto prelato può dire senz’altro di aver centrato gli obiettivi economici che gli erano stati prospettati. Ha azzerato i debiti del Santuario (circa sette miliardi di vecchie lire), ha fatto restaurare buona parte dei palazzi della chiesa, recuperato canoni pregressi, aggiornato i contratti d’affitto scaduti, incassato lucrose eredità e sventato numerose usucapioni. La corona delle iniziative di recupero del patrimonio ereditato da Bartolo Longo è interminabile, se si entra nei dettagli. Basta ricordare le opere più notevoli. La “Casa della madre e del Bambino”, sorta sulle macerie delle antiche “Case Operaie” con l’impegno economico di dieci miliardi di lire (al 70% finanziate dalla Regione). Altre opere riguardano la Chesa a Vela del Nuovo seminario. “Il finanziamento per la ricostruzione delle opere del seminario é a carico dei privati, per l’importo di 20 milioni di euro -ha informato l’Arcivescovo Carlo liberati", che ha illustrato anche l’istituzione della “Comunità Incontro” per il recupero dei tossicodipendenti, in una vaccheria abbandonata, oltre al restauro della casa per anziani. Ora, l’opera che impegna completamente l’Arcivescovo riguarda il restauro della Basilica, per cui ha già avuto un finanziamento statale (dall’allora ministro Rutelli) per 2 milioni di euro. Ne occorerebbero altri tre, dal momento che è di cinque milioni di euro l´importo complessivo dei lavori. “Coltivo la speranza di poter dar corso immediato ai lavori - ha spiegato fiducioso Liberati -. Con la potenza di Dio e la Sua Gloria il denaro necessario si trova sempre!”. Mario Cardone