A cura della Redazione
C’è stato in questi ultimi giorni un botta e risposta tra il sindaco di Pompei Claudio D’Alessio e l’Arcivescovo-Prelato Carlo Liberati. Il motivo dell’attrito è stato rappresentato dalla presenza di un palco in mezzo a Piazza Bartolo Longo. L’impalcatura era stata montata davanti all’edificio della Casa del pellegrino, vale a dire sul lato opposto rispetto al Santuario della Madonna del Rosario. Doveva restare a quel posto per tre week end, per i saggi di fine d’anno dei bambini delle scuole primarie e secondarie, manifestazioni ad iniziativa dell’amministrazione di Pompei. All’arcivescovo l’ingombro del palco non è andato a genio e non ci ha pensato due volte, prima della fine della manifestazione, di dare ordine agli operai di smontare l’impalcatura. Pronta la replica di D’Alessio ed i suoi (la manifestazione era gestita dal consigliere comunale delegato alle politiche giovanili), che hanno immediatamente impartito l’ordine opposto: vale a dire rimontare il palco allo stesso posto di prima, per consentire la terza fase della manifestazione del Comune a favore del mondo della scuola. Siamo alle solite per quanto riguarda le liti di campanile della provincia Italiana. Tutto nella migliore tradizione del Bel Paese. La gente ne chiacchiera divertita e parteggia per uno o l’altro personaggio. E’ l’ennesimo braccio di ferro stile Beppone Don Camillo. Ognuno dei due personaggi pubblici recita la sua parte, secondo copione, a difesa dei rispettivi diritti e delle legittime prerogative sull’utilizzo della Piazza principale della città. Bisogna precisare che il primo cittadino di Pompei, tramite un suo dinamico assessore, è costretto a continui bracci di ferro per trovare uno spazio pubblico per le sue iniziative. Una volta incontra il veto dell’arcivescovo Liberati, la volta successiva l’impedimento arriva dal Sovrintendente degli Scavi di Pompei Guzzo. Il motivo è che l’Amministrazione soffre di una profonda crisi esistenziale perché le autorità statale e religiosa non gli lasciano spazi demaniali liberi per le manifestazioni pubbliche. La recente ristrutturazione di Piazza Schettini dovrebbe mettere il punto a controversie di questa natura, ma D’Alessio, riguardo all’ultimo “caso” si sarà chiesto se tocca sempre a lui piegare la testa. MARIO CARDONE