A cura della Redazione
Hanno vinto il ricorso al TAR i due titolari dei chioschi di Piazza Anfiteatro, secondo ingresso degli Scavi di Pompei. Il commissario all’emergenza Profili ne aveva decretato la rimozione con il carro attrezzi dal posto dove erano stati sistemati, vale a dire al centro del recinto esterno della piazzetta. Già domani i chioschi possono essere rimontati nella piazza. Il TAR del Lazio ha annullato il provvedimento esecutivo del Commissario all’emergenza (in giudizio si è costituito anche il Comune di Pompei). La rimozione forzata dei chioschi dal cancello della piazzetta, era l’atto finale della lunga vertenza che ha avuto attori, oltre alle cognate titolari degli esercizi commerciali, Falanga Anna ed Esposito Concetta, il Comune di Pompei e la Soprintendenza Archeologica. I due chioschi in un primo momento sono stati abbattuti. Avevano 50 anni di attività. Si trovavano nell’area demaniale della Piazza, recentemente ristrutturata. Successivamente i chioschi sono stati ricostruiti con misure e disegno concordati ma é insorta una vertenza sulla loro collocazione. La scelta di metterli davanti al cancello che circoscrive la piazza non è andata a genio alla Direzione degli Scavi. Quando è intervenuto il Prefetto Profili, commissario all’emergenza, è stata, dopo la rituale contestazione, imboccata la procedura esecutiva. Pofili ha deciso di eliminare l’ingombro. L’intervento si è inserito nell’intervallo di tempo in cui le attività commerciali mancavano di tutela giudiziaria, in quanto il ricorso presentato dalle titolari è stato trasferito da Napoli a Roma. “Possiamo rimontare immediatamente i chioschi ma a chi tocca pagare i danni? – hanno obiettato dopo la sentenza le famiglie delle due donne, private per alcuni mesi dell’attività – uno dei chioschi, durante lo smontaggio è stato danneggiato, la ditta incaricata non è neanche assicurata – hanno proseguito – ora chi ci ripagherà i danni subiti?”. La sentenza di questa vertenza amministrativa è vista dagli addetti ai lavori (dipendenti del MIBAC ed operatori commerciali) come l’ennesima prova d’insuccesso della gestione commissariale dei siti archeologici vesuviani perché i risultati dei provvedimenti stanno venendo a mancare uno alla volta mentre restano le spese a carico dei contribuenti per pagare gli onorari a Profili ed al suo staff. Le due commercianti di bibite ed acqua minerale fuori gli Scavi archeologici di Pompei si sono sfogate sulle modalità dell’iniziativa del Commissario all’emergenza. Si sono rammaricate di aver subito l’iniziativa pubblica senza avere avuto il tempo di trovare un compromesso con le Autorità. Sono state private del lavoro per alcuni mesi. Di conseguenza é venuto meno il sostentamento economico alle loro famiglie. Le strutture metalliche dei chioschi, costate 30 mila euro l’uno, hanno subito danni, mentre è rimasta precaria la sistemazione della Piazza: secondo ingresso degli Scavi archeologici di Pompei, riservato alle comitive scolastiche. Nello spazio si erano insediate le bancarelle. Quando i carabinieri le hanno allontanate è diventato parcheggio abusivo. MARIO CARDONE