A cura della Redazione
Interrogazione a risposta scritta al Presidente del Consiglio del Ministri dall’on. Bossa Premesso che: In Campania la gestione del ciclo integrato dei rifiuti è sottratto ai poteri ordinari ed è sottoposto a commissariamento straordinario; Il commissariamento inizia l´undici febbraio 1994 con l´emanazione di un decreto dell´allora Presidente del Consiglio dei Ministri, Carlo Azeglio Ciampi. Con questo provvedimento il Governo prendeva atto dell´emergenza ambientale che si era venuta a creare nelle settimane precedenti in numerosi centri campani, a causa della saturazione di alcune discariche. Si individuava, per questa ragione, nel Prefetto di Napoli l´organo di Governo in grado di sostituirsi a livello territoriale a tutti gli altri enti locali coinvolti a vario titolo e preposto quindi ad esercitare i poteri commissariali straordinari; Nel marzo 1996 il Governo Dini, allora in carica, interviene nuovamente nella gestione commissariale: al prefetto rimane la gestione del servizio di raccolta, mentre al Presidente della Regione viene affidato il compito di predisporre un Piano Regionale, nonché la competenza per gli interventi urgenti in tema di smaltimento; Con atti successivi, i vari Governi hanno individuato altri commissari straordinari, arrivando a nominare al vertice undici persone in quindici anni, e modificando di volta la normativa di riferimento e il quadro di poteri e competenze; Ad oggi risulta spesso di difficile interpretazione il quadro di responsabilità, competenze e poteri rispetto al ciclo dei rifiuti in Campania, soprattutto nel rapporto tra il Commissariato straordinario di Governo e gli enti locali, in ordine alla raccolta ordinaria e alla raccolta differenziata e in ragione del susseguirsi di una serie di decreti e direttive che hanno spesso creato confusione; In un quadro normativo così frammentato e confuso, i Comuni sembrano destinatari della responsabilità di procedere in proprio alla raccolta ordinaria e differenziata dei rifiuti anche se non è ancora chiara la natura dei loro obblighi e/o doveri nei confronti dei Consorzi di Bacino, nati con legge regionale nel 1993, sciolti di recente con un decreto del Governo Berlusconi, sostituiti normativamente da nuovi soggetti che avrebbe dovuto coadiuvarli nella raccolta differenziata e che non sono stati ancora costituiti; La confusione normativa sui disciolti Consorzi di Bacino sta innescando una dirompente questione sociale a Napoli e provincia, visto che una recente sentenza del Consiglio di Stato ha sancito la legittimità del licenziamento di alcune centinaia di lavoratori di uno dei suddetti consorzi e la possibile, quindi, perdita del posto di lavoro per migliaia di altri precari che per anni sono stati inseriti nei Consorzi maturando un’aspettativa di inserimento nelle strutture che poi avrebbero gestito la raccolta dei rifiuti; Alcuni enti locali, nella mancanza di direttive certe, stanno organizzando in proprio l’intero servizio integrato di raccolta sia dei rifiuti ordinari che di quelli differenziati, affidando tali servizi all’esterno con gare pubbliche o costituendo apposite società pubbliche, assumendo nuovo personale; E’ il caso, quest’ultimo, del Comune di Boscoreale, in provincia di Napoli, che con una popolazione di 27mila abitanti e una superficie di 12 km quadrati, ha istituito una società a intero capitale pubblico, nominando un Consiglio di amministrazione, un Collegio dei revisori dei conti, e procedendo all’assunzione di undici lavoratori – peraltro senza prevedere alcuna verifica per evitare possibili infiltrazioni camorristiche - oltre a quelli già in carico per i precedenti passaggi di cantiere dalle ditte private che gestivano il servizio in passato; Che tali scelte comportano oneri alti a carico della spesa pubblica locale e che questi non sembrano aderenti ai criteri di contenimento dei costi degli enti locali e di efficienza, vista anche la presenza sul territorio dei lavoratori dell’ex Consorzio di Bacino Napoli cinque, che ha competenza nell’area che va da San Giorgio a Castellammare, che attendono una ricollocazione; per sapere: se il Governo consideri corretta la condotta del Comune di Boscoreale, che ha costituito una società pubblica per la gestione della raccolta dei rifiuti, assumendo undici lavoratori senza attingere al personale non utilizzato degli ex Consorzi di Bacino e gravando di una spesa pubblica aggiuntiva la finanza locale; se il Governo consideri corretta la procedura di assunzione di undici persone da parte di detta società pubblica senza alcuna valutazione o precauzione rispetto al rischio di infiltrazioni camorristiche in un settore che, in Campania, è stato spesso controllato dalla criminalità; se il Governo non ritenga opportuno intervenire sulla confusione interpretativa rispetto alla normativa sull’attribuzione di poteri, competenze e responsabilità su raccolta ordinaria e differenziata tra vari livelli istituzionali; se il Governo intenda intervenire a tutela delle migliaia di lavoratoti degli ex Consorzi di Bacino che, dopo anni di precariato, rischiano di perdere il lavoro senza alcuna possibilità di rientrare nel ciclo produttivo, proprio quando è in corso una crisi economica durissima. Luisa Bossa