A cura della Redazione
«Nessun dipendente della Prelatura Pontificia rischia il proprio posto di lavoro», così monsignor Carlo Liberati, arcivescovo di Pompei, fuga ogni dubbio circa l’ipotesi di probabili licenziamenti, che interesserebbero il personale dipendente del Santuario, con particolare riferimento a quello impegnato presso gli istituti scolastici cattolici. L’intervento del pastore della diocesi mariana è avvenuto durante un’apposita riunione con i dipendenti della curia, convocata dallo stesso episcopato, e svoltasi lunedì 23 novembre, presso la sala «Marianna De Fusco». L’incontro, a cui ha partecipato la stragrande maggioranza dei lavoratori dell’amministrazione pontificia di Pompei, circa il 70% degli oltre 210 collaboratori, è stato promosso da mons. Liberati, a seguito di alcune recenti vicende che hanno interessato la sua gestione episcopale. Si tratta nello specifico, delle nuove nomine, interne al Santuario, decise dal vescovo e di una recente raccolta di firme, promossa in città, su un documento nel quale si contesta in maniera molto accentuata l’operato del pastore della diocesi mariana. A riguardo monsignor Liberati ha ribadito il proprio impegno per la chiesa di Pompei, evidenziato, altresì, da una nota firmata dal Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario dello Stato Vaticano, nella quale si comunica l’approvazione del bilancio, riferito all’anno 2008, del Santuario mariano. In essa, il porporato si rivolge a monsignor Liberati, esprimendo la gratitudine «per la costanza con cui Ella si dedica, anno dopo anno, al risanamento della difficile situazione del suddetto Santuario» e «l’apprezzamento di questa Segreteria di Stato» per l’opera svolta a Pompei. Da questa nota monsignor Liberati ha preso spunto per evidenziare il proprio impegno in tutte le attività della Curia, ad iniziare da quelle di tipo scolastico, che, come sottolineato dallo stesso vescovo «non solo saranno mantenute, ma anche ampliate e potenziate». Il pastore della diocesi di Pompei, nel corso dell’incontro, ha altresì comunicato l’accoglimento, da parte del Tar, del ricorso proposto dalla Prelatura Pontificia in merito all’esproprio deciso dalla Regione Campania di alcuni suoli di proprietà del Santuario, per l’attuazione dei lavori riguardanti la stazione della circumvesuviana di Pompei. Proprio da questa decisione dei giudici amministrativi, il vescovo ha, ancora una volta, criticato e anche in maniera molto dura, l’istituzione di Palazzo Santa Lucia, evidenziando: «la politica locale e regionale ha fatto ben poco per sostenere le attività sociali del Santuario, abbandonando in pratica, la città a se stessa». Ed a questo proposito monsignor Liberati ha elencato alcune delle gravi problematiche esistenti in città, come lo spaccio di sostanze stupefacenti «che avviene in pieno centri, anche sotto la mia finestra», la carenza di sicurezza «dal giovedì alla domenica, di sera, nella città la vigilanza è di fatto assente», e l’aumento del fenomeno della prostituzione. «Mi chiedo – ha affermato il vescovo – come sia possibile che la città non reagisca a tutto ciò, ed anzi alle recenti elezioni, confermi la propria fiducia, con oltre il 62%, a chi ha fatto ben poco per evitare una simile situazione». Quest’ultima, ha altresì sottolineato monsignor Liberati, potrebbe portare a conseguenze molto gravi anche per il Santuario, che, stando all’episcopato, «potrebbe perdere il titolo di prelatura» ed essere quindi accorpata ad un’altra diocesi della Campania. Commenti positivi all’intervento del vescovo, sono giunti da gran parte del personale del Santuario, e in particolare di quello delle scuole cattoliche. «Siamo molto soddisfatti – ha spiegato Alfonso Carotenuto, portavoce del comitato degli insegnanti impegnati presso gli istituiti cristiani – delle parole del vescovo, che ha annunciato altresì di aver intenzione di ampliare e rafforzare le nostre attività. Una simile presa di posizione – continua Carotenuto – era necessaria soprattutto alla luce di alcune voci, messe in giro, ad arte, negli ultimi mesi, secondo cui l’amministrazione pontificia sarebbe stata intenzionata a chiudere gli istituti scolastici e a licenziare parte del personale. Queste voci, invece, sono state smentite in maniera molto secca dal vescovo, al quale rinnoviamo non solo la nostra gratitudine, ma anche il nostro impegno di educatori, a diffondere i valori cristiani e a risolvere i tanti problemi di Pompei, sollevati dallo stesso monsignor Liberati». L’incontro del vescovo con i dipendenti del Santuario ha anche suscitato la presa di posizione di alcuni rappresentanti politici di Pompei. È il caso di Ciro D’Auria, coordinatore del movimento «Il Cittadino», che spiega: «con questo intervento, il vescovo ha, in pratica, dimostrato che le accuse rivoltegli negli ultimi giorni, attraverso un documento, elaborato da alcuni cittadini, forse con l’indicazione di qualche ex – collaboratore dello stesso monsignor Liberati, spodestato dalle sue funzioni, erano tutte campate in aria. Da parte nostra, come avvenuto già in passato, recepiamo il messaggio del vescovo per impegnarci di più, come cittadini, a risolvere le tante problematiche di Pompei, incalzando le istituzioni pubbliche e denunciandone altresì le sue palesi carenze».