A cura della Redazione
E’ stato necessario per il sindaco Claudio D’Alessio (con un fax indirizzato alle direzioni generali delle due aziende) convocare intorno ad un tavolo di concertazione Coop Sette, Aticarta ed i sindacati di categoria. Bisognerà valutare tutti insieme, nei prossimi giorni, la possibilità di prolungare la cassa integrazione straordinaria agli operai. Venticinque ex dipendenti, i più giovani dei novantacinque rimasti in attesa, alla fine dell’anno prossimo saranno messi letteralmente in mezzo alla strada se non si trova una soluzione. Finisce per loro, a quella data, ogni forma di tutela pubblica. I disoccupati della Cartiera sono stati liquidati per ogni spettanza dopo la sottoscrizione del protocollo di assegnazione del sito industriale, nell’attesa della costruzione del Centro commerciale programmato, che secondo le anticipazioni, a suo tempo fornite alla stampa, prevedeva circa ottocento assunzioni. Fatto sta che a tutt’oggi il cantiere non è stato ancora aperto. Gli ex dipendenti Aticarta sono entrati in stato di agitazione e dal momento che non hanno più a portata di mano nessun altro interlocutore valido se la vogliono prendere con il Comune di Pompei. Minacciano d’installarsi con le brandine a Palazzo De Fusco. Di non lasciare più libero il sito fino alla conclusione della vertenza. Premono nei confronti dell’amministrazione comunale di Pompei dopo aver azzerato il rapporto di lavoro con la società Aticarta senza avere in mano nessuna valida garanzia alternativa, ma solo promesse. Lo stallo preoccupa perché la dirigenza di Coop Sette, che continua a fare reiterate promesse di apertura del cantiere, mentre le scadenze slittano una dopo l’altra mettendo in evidente preoccupazione le novantacinque famiglie di Pompei, che rischiano di restare senza sostegno. Le congetture che si fanno sui motivi del ritardo mettono la crisi economica al primo posto. A questo punto é molto probabile che salti anche la scadenza di fine novembre pattuita per la consegna del Centro alla società commerciale subentrante nella gestione. Saltano, così, i programmi di copertura dei disagi economici dei cassintegrati con ammortizzatori sociali previsti dalla legge. MARIO CARDONE