A cura della Redazione
Probabilmente il sindaco di Pompei Claudio D’Alessio sarà costretto a cedere alle pressioni di chi spinge per un’alternanza sulle poltrone dell’esecutivo cittadino sulla base del nuovo assetto politico. E’ altrettanto probabile che lo farà a modo suo, vale a dire temporeggiando, a spizzichi e bocconi. Il capo della coalizione di maggioranza di Pompei deve onorare una cambiale scaduta nei confronti della lista civica “Impegno Democratico” dove, ricordiamo, si decise di attendere il giudizio finale del processo che riguarda l’accertamento di responsabilità sulla variante ai lavori pubblici di Piazza Schettini. Nella vicenda è stato implicato, insieme ad altri Carmine Lo Sapio, vale a dire il personaggio che aspirava alla poltrona di assessore. Altra questione riguarda il presidente del consiglio comunale, Ciro Serrapica,. D’Alessio lo terrebbe volentieri al suo posto perché ha operato bene ma l’ex leader comunista al momento è stato isolato, senza sostegni politici. Durante la campagna elettorale per le regionali, Serrapica, insieme a buona parte della maggioranza, ha appoggiato il candidato Udc Sommese (neo assessore). Successivamente, però, non ha portato, come gli altri, fino in fondo la sua scelta, aderendo alla costituente di centro. Un’opzione che lo lascia senza alleati politici. Serrapica sarà costretto probabilmente a lasciare la poltrona a Matrone (API) che aspetta da tempo in panchina. Ci sono molte buone ragioni (non ultime le resistenze di chi deve lasciare il posto) che consigliano D’Alessio di andare avanti a tappe. Il valzer di poltrone (dovrebbero essere quattro, tre assessori più il presidente del consiglio) potrebbe partire a breve ma l’aspirazione del primo cittadino è di temporeggiare per tutto il tempo che gli ispettori della prefettura restano a Palazzo De Fusco. D’Alessio a proposito dei cambi ha dichiarato: “E’ mia intenzione costruire una squadra di uomini operativi”. Un messaggio chiaro ai partiti politici per la proposizione di nominativi validi. Altra intenzione che gli viene da più parti attribuita è che ritornerebbe al sistema delle deleghe di esecutivo ai consiglieri comunali, già sperimentato nel corso della passata gestione. MARIO CARDONE