A cura della Redazione
L‘Osservatorio sul Patrimonio Culurale, a firma architetto Antonio Irlando, già assessore all’urbanistica del Comune di Pompei, ha inviato una dura lettera di denuncia al Ministro dei Beni Culturali, Sandro Bondi, su “evidenti stravolgimenti dello stato originario dei monumenti e dei luoghi archeologici nell’area del cantiere di restauro e sistemazione per spettacoli del complesso dei teatri in Pompei scavi”. L’Osservatorio Patrimonio Culturale assicura la verifica in sito di “evidenti stravolgimenti dello stato originario dei monumenti e dei luoghi archeologici”. Ora chiede l’intervento di Bondi e del direttore generale, De Caro, al fine di fermare lo scempio incombente nel Teatro, specificamente nella cavea, che secondo Irlando sarebbe stata costruita ex novo, con mattoni in tufo. “L’intervento sul teatro è un vero e proprio scempio, all’interno del monumento archeologico tra i più significativi al mondo - si legge nella lettera -. Quanto maldestramente compiuto non può definirsi restauro e nemmeno ricostruzione, ma costruzione ex novo della gradinata, di cui è stata sempre ed unicamente documentata la sola presenza, ancora visibile in loco, di un tratto in pietra di colore chiaro”. E’ stato anche fatto notare che gli interventi sarebbero in contrasto con i principi internazionali sulla conservazione del patrimonio storico artistico e le norme sulla tutela del patrimonio archeologico. Altri interventi hanno riguardato opere murarie invasive come forature di muri per l’attraversamento di tubi, scavi di trincee a ridosso di muri strutturali ed in ambienti del teatro romano, il tutto ancorato con gettate di cemento. E’ stata segnalata la realizzazione di un palco sovradimensionato; la posa in opera di tralicci tecnici; platee di cemento, armate con reti metalliche elettrosaldate, l’uso di martelli pneumatici a ridosso di murature antiche; locali prefabbricati in basi di cemento nel perimetro di quelli antichi del quadriportico, Infine la costruzione di bagni con la trasformazione di ambienti archeologici, con scarichi recapitati in un’area retrostante d’interesse archeologico, scavi con la pala meccanica e creazione di pozzi neri. La denuncia punta dell’Osservatorio punta all’invio di ad una verifica ispettiva da parte del Ministero al fine di chiarire una volta per tutto la stato effettivo delle opere e dei siti culturali. Si deve anche precisare che Fiori già si è difeso per un precedente intervento della stampa dello stesso tenore precisando che il progetto di Restauro del Teatro era stato approvato dalla gestione dell´ex Soprintendente di Napoli e Pompei, Pietro Giovanni Guzzo: Esso era più ‘impattante’ rispetto a quello in corso di realizzazione. Il Commissario all’emergenza ha spiegato di essere intervenuto per la sua modifica “prevedendo l’utilizzo di materiale moderno (tufo), proprio per non creare nei visitatori l’illusione di trovarsi di fronte ad un manufatto antico”. “Credo che la riapertura del Teatro Grande sarà un evento di grandissimo profilo culturale ed artistico - conclude la missiva di Fiori - Un luogo unico, che proprio per questo è sempre sotto i riflettori”. MARIO CARDONE