A cura della Redazione
Le telecamere del comune di Pompei hanno filmato domenica 20 giugno (erano le quattro del mattino) due uomini ed una donna che, scesi da una Fiat Punto metallizzata, hanno attaccato manifesti abusivi alle mura di piazza 29 Marzo. Si tratta dei manifesti che hanno diffuso nella città la denuncia anonima su un presunto gruppo affaristico tipo “cricca nazionale” nell’amministrazione comunale di Pompei, che avrebbe proceduto con lo stesso sistema all’acquisto di un attico, pagandolo con ricavato di tangente incassata nell’operazione di riconversione del sito Aticarta. Tutti si chiedono a quale risultato si punta in una città sotto ispezione della commissione d’accesso. Con la registrazione filmata dell’alba di domenica, le indagini di polizia (che fino ad oggi sono state infruttuose) sono pervenute ad una svolta decisiva. Dette indagini riguardano i manifesti abusivi contenenti notizie politiche, che girano per posta elettronica e da sei anni vengono attaccati nottetempo sulle mura di Pompei. In testa ai manifesti, nella generalità dei casi, sono riportati simboli di centrodestra prontamente smentiti dalle segreterie cittadine. In essi si diffondono denuncie nei confronti del ceto dirigente comunale. Mancando di riferimenti per l’assunzione di responsabilità di fronte alla legge finiscono col rappresentare solo calunnie o elementi di evidente sciacallaggio gratuito con l’unico intento di creare turbativa nell’opinione pubblica. Chi ha comprato un attico in un famoso parco di Pompei? Nessun politico di maggioranza ha risposto all’appello. La denuncia evidentemente non raggiunge il bersaglio (almeno così pare) considerato che nel manifesto non sono forniti nomi e notizie dettagliate del presunto corrotto. Si deve inoltre precisare che le segreterie pompeiane che si sono avvicendate nel Popolo della Libertà (in precedenza di Forza Italia e di Alleanza Nazionale) hanno sempre negato l’autorizzazione e l’uso del logo a garanzia dei falsi. Ora sono state fatte registrazioni video che dall’identificazione degli attacchini abusivi potrebbero far risalire ai redattori del manifesto ed alla soluzione del giallo politico che da sei anni funesta Pompei. Attenzione, però, il comandante Valio dei vigili urbani ha precisato che se non c’è la presentazione di querela dalla parte lesa (che al momento non esiste) le indagini per scoprire gli autori del manifesto non possono partire. MARIO CARDONE