A cura della Redazione
Piazza Schettino torna di tanto in tanto agli onori della cronaca. In questo caso è per i debiti lasciati dalla ditta che ha ne appaltato la ristrutturazione. Debiti che hanno messo in moto altrettante azioni legali di rivalsa da parte dei creditori con lo scopo di appropriarsi dell’importo residuo (circa 270 mila euro) accantonato nelle casse comunali, nel tentativo di rifare almeno la pavimentazione della piazza, dal momento che secondo i tecnici ed i semplici cittadini era meglio prima dei lavori. L’argomento è tabù. Il sindaco D’Alessio vorrebbe che non fosse mai toccato perché rappresenta il fallimento più clamoroso dei suoi sei anni di gestione amministrativa, nei quali in termini di lavori pubblici non è stato fatto molto. Bisogna però ammettere che, al contrario della piazza, le scuole sono state consegnate con sufficiente gradimento da parte delle famiglie e del corpo insegnante. Invece la seconda piazza del centro storico non si sa come utilizzarla (a parte lo spazio riservato al parcheggio). Piazza Schettino è un’opera progettata molti anni prima della gestione D’Alessio, fin dalla sua partenza ha subito critiche (ricordiamo l’intervento del presidente dell’associazione degli ingegneri ed architetti di Pompei). I lavori non sono stati adeguatamente seguiti come purtroppo succede troppo frequentemente. L’opera alla fine ha portato sfortuna all’amministrazione di Claudio D’Alessio come nel caso della sua variante in corso d’opera, la cui delibera ha causato lo strascico giudiziario in cui sono indagati il sindaco e cinque amministratori precedenti. Uno dei problemi maggiori é rappresentato dai box in legno e muratura che occupano la spazio centrale tra i parcheggi e la cassa armonica. Tutti sfitti. Unico inquilino è al momento il giornalaio sfrattato dall’edicola antistante Palazzo De Fusco. Il pover’uomo è depresso. Parla da solo. Si lamenta per la bassa vendita di giornali in quella zona perennemente deserta. A suo dire nel loculo di sua spettanza ci piove e fa freddo d’inverno. L’amministrazione da tempo ha progettato di riattivare la piazza, sempre che rimangano i soldi oggetto di contestazione. Inoltre sta pensando di assegnare i box (che erano stati progettati per eliminare le bancarelle del centro) a giovani artigiani pompeiani. Una buona idea che se funziona può dare una boccata d’ossigeno a tanti giovani senza lavoro, dal momento che aprirebbero una ventina di esercizi. L’importante è non perdere ancora altro tempo. MARIO CARDONE