A cura della Redazione
MPA fuori dalla maggioranza “bulgara” di Pompei, guidata dal sindaco D’Alessio? E’ quanto prospettano quindici consiglieri comunali, colleghi di maggioranza, firmatari di un manifesto con cui hanno solidarizzato con il sindaco di Pompei, che ha ritirato le deleghe a Conforti e Malafronte (“Poca cosa” il loro commento). I due dissidenti hanno riconfermato in commissione tecnica Paolo Rosa (in accordo con il consigliere comunale De Gennaro della minoranza). I consiglieri di maggioranza hanno prospettato l’esclusione per indegnità dei due loro colleghi autori della “beffa politica” destinata a restare negli annali della sindacatura D’Alessio. “Non è stato di parola nei nostri confronti privandoci di una poltrona in giunta che ci toccava – ha spiegato Conforti, riferito al capo della coalizione amministrativa di Pompei –. Il indaco ha preferito favorire l’Udc e Giuseppe Tortora, che invece è stato il capo di una coalizione avversaria nell’ultima campagna elettorale. – ha proseguito – Noi, per tutta risposta, lo abbiamo ripagato con la stessa moneta – ha concluso - ora i conti sono tornati alla pari”. Riguardo all’invito ad uscire dalla maggioranza, è un’ipotesi che Alfonso Conforti ed Attilio Malafronte non hanno neanche considerato. Conforti ha raccontato con un sorriso ammiccante la storia con cui lui e l’amico Malafronte hanno “dribblato” il primo cittadino di Pompei, promettendo la votazione alternativa di (Chiocchetti) per la commissione tecnica ma confermando nel segreto dell’urna il nominativo di Rosa (a cui evidentemente sono molto attaccati) grazie alla complicità di un neo consigliere della minoranza, che ha dimostrato di aver imparato in fretta. “I nostri elettori ci hanno votato sulla base di un programma elettorale ben preciso, nel quadro della coalizione che ha candidato Claudio D’Alessio sindaco di Pompei. Restiamo in maggioranza perché non abbiamo intenzione di deluderli”. Ha precisato Conforti, che si è detto convinto che presto il dissapore interno sarà superato. E’ interesse del primo cittadino finire a tarallucci e vino come è successo in due casi precedenti. Solo così potrà mantenere l’ampia maggioranza che lo garantisce da ogni sorpresa. MARIO CARDONE