A cura della Redazione
Prosegue la singolar tenzone tra il sindaco di Pompei, Claudio D’Alessio, ed il maestro Stefano Armellin, sulla infelice collocazione dell’opera d’arte realizzata da quest’ultimo (è sita davanti alo comando dei vigili urbani nella famigerata piazza Schettini), dal momento che, direttamente attaccata all’opera scultorea “Madonna del Vesuvio” (scultura in pietra lavica marmo e ceramica), c’è il parcheggio di automobili e motorini. L’inaugurazione della Madonna del Vesuvio avvenne il 9 ottobre 2009 con una cerimonia solenne a cui oltre ad una delegazione comunale presieduta dal sindaco D’Alessio partecipò l’arcivescovo Prelato di Pompei Carlo Liberati, lo stesso Armellin ed i dirigenti dell’impresa artigianale che realizzarono materialmente l’opera. C’è da precisare che il professore Armellin (è docente di Religione disoccupato da quando si è trasferito con la famiglia a Pompei) non ha percepito nemmeno un euro per la sua opera. Nonostante l’indigenza dell’autore, il Comune se l’é è fatta donare senza ricambiare neanche simbolicamente. A questo punto l’amministrazione di Pompei avrebbe dovuto farsene un dovere di farla almeno rispettare dai concittadini. “Continua da undici mesi lo stupro automobilistico di fronte alla mia opera - si lamenta al contrario il povero Armellin -. Le autorità locali, nonostante le promesse, si sono dimostrate impotenti nel riuscire a liberare dalle macchine il fronte dell´opera. Gli stessi utenti del parcheggio, da undici mesi, si sono dimostrati complici attivi di questo stupro culturale”. L’ultima trovata di Armellin (dopo averle tentate praticamente tutte) è quella di far appello a Striscia la Notizia nella speranza che “con mezzi di comunicazione più adatti, si possa trovare una soluzione definitiva a questa ormai quotidiana violenza di gruppo ai danni di un´opera d´arte”. Alla fine della vicenda, quella che sorprende di più é l’inattività del primo cittadino, sempre cortese e sollecito nel dare risposte ai cittadini. Altra delusione è quella dell’assessore Avino (tra l’altro amico dell’artista) che recentemente aveva assicurato il suo intervento personale. Al contrario, tutto è restato come prima. MARIO CARDONE