A cura della Redazione
Nella nottata di Ognissanti, Pompei pareva una città galleggiante. tanta era l’acqua nelle strade. Nel centro superava l’altezza dei marciapiedi mentre in periferia è salita fino ai cinquanta centimetri. Molte le cantine allagate, le automobili in panne e le richieste di pronto intervento da parte della gente, rivolte ai vigili urbani che si sono fatti carico delle conseguenze dell’emergenza (insieme agli operai comunali) sotto la regia del dirigente dell’Ufficio Tecnico che è stato costantemente in diretto contatto telefonico con la Prefettura di Napoli. E’ stata, fino alle due di notte del lunedì successivo, una lotta molto impegnativa contro gli agenti naturali (pioggia e vento) anche perché, chiamati altrove, i vigili del fuoco non hanno potuto prestare la propria opera di soccorso sul territorio mariano. Difficile fare una graduatoria precisa tra le strade più colpite dal nubifragio. Il fatto è che un vero e proprio torrente in piena è sceso da via Nolana (strada praticamente sprovvista di fogne) al centro di Pompei. Ciononostante é stato impossibile interrompere la circolazione automobilistica per quella strada che è praticamente l’unica che collega la costa ai paesi dell’hinterland vesuviano. I vigili urbani, servendosi dei propri mezzi, hanno dovuto salvare dalle acque una donna con la propria figlioletta in località Fontanelle. Nella contrada Civita Giuliana é franato un muretto di cinta. Molti i danni al cimitero: un vetro infranto che poteva arrecare pericolo e l’esigenza di liberare i sentieri da foglie e rami. Un pino è caduto nell’area delle palazzine Ina Casa di via Nolana sulla sede di un’associazione privata di pronto soccorso. Molti i danni del vento agli arredi comunali come plafoniere, alberi di cinta. ecc.. In effetti, dapprima il vento africano ha fatto cadere foglie ed i rami dagli alberi che hanno intasato i tombini, successivamente la pioggia copiosa non è riuscita a scendere fino alle fogne per cui è rimasta in superficie e c’è stato bisogno di un lavoro supplementare nel corso della notte per liberare Pompei delle acque, facendo tornare la normalità nella giornata successiva. Un grazie doveroso, a questo punto, va ai tanti operatori pubblici (forze di polizia, operatori di protezione civile ed operai) che si sono adoperati a favore dei concittadini senza risparmiare energie. MARIO CARDONE