A cura della Redazione
Susanna Camusso ha parlato sabato mattina a Pompei a conclusione di un’imponente manifestazione sindacale, riaffermando la centralità del lavoro sia pubblico che privato nella tutela dei beni culturali del Paese, come gli scavi archeologici di Pompei. Ha riaffermato l’importanza delle professionalità presenti a tutti i livelli nel settore dell’archeologia dai tecnici ai restauratori ed ha avallato le battaglie di centinaia di precari per la stabilità del loro impiego. “Gli scavi archeologici possono dare da mangiare non solo a Pompei ma a tutta la regione Campania”. Con questa battuta il sindaco Claudio D’Alessio ha risposto all’infelice battuta di Tremonti che con la cultura non si mangia, dando il benvenuto a nome della città. “´Pompei e´ uno scavo che non ha eguali in nessuna parte del mondo, che racconta con precisione un importante pezzo di storia - ha spiegato nel corso del suo applaudito discorso la Camusso -. E’ un sito che non ha bisogno di farsi pubblicita´, perche´ il mondo lo studia e lo conosce. Purtroppo, se si viene a visitarla rappresenta anche un´Italia incapace di valorizzare la propria cultura, che ha una logica e una politica dell´emergenza, invece della logica fondamentale degli studi, dell´accuratezza del restauro´´. "Noi - ha concluso - abbiamo una delle grandi scuole archeologiche del Paese, abbiamo fatto cose straordinarie. In certe stagioni abbiamo insegnato al resto del mondo come si faceva´´. Il problema, ha sintetizzato la leader della Cgil, e´ che si e´ scelto di non avere piu´ una vita normale, che facesse della cultura il punto di vista fondamentale per come i luoghi venivano mantenuti, per come si aprivano al turismo, preferendo spettacolarizzare tutto e passare all´emergenza. Indirizzo seguito nella gestione commissariale di questi ultimi anni che ha significato saltare le leggi, saltare le regole, le competenze. “Invece - secondo la Camusso - bisogna tornare alle grandi scuole archeologiche e all´utilizzo delle competenze serie´´. Nello specifico la Camusso ha auspicato la creazione di un fondo straordinario per Pompei che attinga anche a fonti straniere. Si è detta contraria alla creazione di una fondazione ma nello stesso tempo favorevole al mecenatismo disinteressato. Soprattutto ha auspicato che i soprintendenti archeologi vengano nominati da ora in poi a Pompei in base alla loro professionalità e non all’appartenenza politica. MARIO CARDONE