A cura della Redazione
E’ un segnale fortemente negativo per i sindacati del Ministero dei Beni Culturali lo stralcio del tema "Pompei" dal decreto “milleproroghe”, approvato recentemente. “La sensazione – ha fatto sapere la Uil – è che per l’ennesima volta alle parole ed ai proclami, invece dei fatti, é seguito il vuoto”. Il semplice annuncio della proroga dell’assunzione di custodi ha deluso il ceto professionale e gli operatori turistici dell’archeologia vesuviana che si aspettavano iniziative concrete (con elargizione di mezzi finanziari). Anche la Cisl, con il suo rappresentante locale Antonio Pepe, contesta il provvedimento contenuto nel “decreto milleproroghe” di limitare le nuove assunzioni all’area della sorveglianza. “Non è sufficiente a Pompei un solo archeologo - spiega Pepe -, senza affidargli personale da adibire ad opere di restauro”. A Pompei, per il controllo la tutela e la salvaguardia del parco archeologico, attualmente sono in forza 209 unità di personale, di cui solo 3 hanno la qualifica di assistente tecnico e 3 di operaio con indirizzo alla manutenzione delle strutture murarie ed al consolidamento di intonaci. “Per dare risposte concrete bisogna prima assumere archeologi, architetti, restauratori ed operai per garantire la tutela costante e la manutenzione ordinaria dei 44 ettari dei tesori archeologici che sono stati portati alla luce negli anni passati, con presenze di edifici pubblici, case private, affreschi, mosaici e sculture - ha commentato il delegato aziendale Cisl degli scavi di Pompei -. Non basta, quindi, incrementare il numero del personale di vigilanza previsto dal decreto”. MARIO CARDONE