A cura della Redazione
“Sterilizzazione, microchip, educazione della popolazione, clinica veterinaria pubblica e canile municipale”. Sono i cinque punti in cui si articola il programma di Luciano Scatola contro il randagismo. Scatola è una figura emblematica del ceto veterinario della provincia di Napoli per essere stato presidente dell’ordine, direttore del macello e dirigente del servizio di prevenzione locale. La sua ricetta punta a tenere sotto il controllo il randagismo parallelamente alla tutela gli amici a quattro zampe contro maltrattamenti o pericoli oscuri che adombrano sistematici interventi criminali. Scatola è entrato da qualche mese nello staff del sindaco di Pompei Claudio D’Alessio dopo aver diretto con lusinghieri risultati, e qualche soddisfazione personale, il dipartimento di prevenzione dell’Asl numero 5 (ora numero 3). Sotto la sua direzione la Clinica veterinaria di Pompei è arrivata a praticare fino a 600 sterilizzazioni al semestre di cani e gatti. Ora se si vuol contrastare con efficacia il fenomeno del randagismo, specie quello dei cani, che negli scavi di Pompei sta diventando il problema numero uno alla ribalta della cronaca nazionale. Tanto che recentemente alimentato una dura polemica tra sindacati interni (che hanno parlato in una loro circolare di soldi pubblici spesi male) e la Lav (che ha difeso il lavoro svolto dai suoi volontari). La sostanza del ragionamento di Scatola è che un parco archeologico aperto al territorio esterno, come quello di Pompei, non può prescindere, rispetto al fenomeno del randagismo, dall’iniziativa portata avanti dai Comuni del comprensorio. E’ pertanto auspicabile una regia della gestione del randagismo che riguardi il territorio vesuviano intorno a Pompei. Compito che per la sua natura spetta all’Autorità Sanitaria Territoriale. Ne deriva la natura dell’impegno di Scatola, ex dirigente sanitario che si è ributtato nella mischia nella tutela degli animali e dell’ambiente in collaborazione (su base volontaria) con il Comune di Pompei. Bisogna infine menzionare un elemento oscuro del randagismo, a cui ha fatto accenno Scatola. Riguarda il prelevamento clandestino di cani dalla strada. Spariscono dal territorio senza un chiaro motivo. Si pensa ad utilizzo illeciti dei corpi delle povere bestie. Le forze di polizia dovranno indagare sul fenomeno in collaborazione con i funzionari sanitari del territorio e sulla base delle segnalazioni (anche anonime) dei cittadini. MARIO CARDONE