A cura della Redazione
“Settantanove milioni di euro spesi senza apportare consistenti miglioramenti al sito archeologico di Pompei”. Con questa considerazione Antonio Irlando, presidente dell’Osservatorio Vesuviano, ha concluso il partecipato e cordiale dibattito di presentazione del libro di Stefania Menduni De’ Rossi: "Il Prodigio del sistro dalla Pompei sepolta". In questo modo ha trovato un’altra occasione per esprimere il suo disappunto al folto e colto pubblico intervenuta al “Glicine” sulla situazione di immobilità che contraddistinguono le istiruzioni costituite a presidio della sua tutela: non si conoscono ancora i responsabili dello sperpero di danaro pubblico nella recente gestione degli scavi archeologici di Pompei. Irlando, interpretando il sentimento dei presenti, si é lamentato soprattutto della ferita irreparabile apportata al monumento dal crollo di alcune pregevoli domus al Teatro Grande ma soprattutto con lavori pubblici che non hanno avuto rispetto del suo assetto consolidato nella memoria. La cornice della serata di dibattito sul romanzo della Menduni Dè Rossi è stata la mitica terrazza panoramica del Glicine sita presso l´Hotel Aequa di Vico Equense. Se si considera che a tutt’oggi i romanzi liberamente ispirati agli scavi di Pompei sono quindicimila si ottiene una prova ulteriore per la popolarità del sito archeologico vesuviano e del suo consolidamento nell’immaginario collettivo come tragedia di un pezzo di storia condivisa nelle sue suggestioni dovute a coincidenze che ne hanno costituito la grandezza. Insieme alla raffinata autrice e ad Irlando hanno dato il loro contributo don Fabio Savarese, don Antonio Cioffi, l´artista Gilda Arpino, e l’artista Salvatore Ferraro. Il libro narra l’intreccio fantastico di due storie d’amore (una attuale l’altra ferma nel tempo) che mette due donne di epoche culture e sensibilità diverse in sintonia. Ne vien fuori il tentativo eroico della scrittrice di coniugare la sensibilità pagana che emana dal monumento dell’antichità romana con la spiritualità cattolica propria della Pompei moderna, sede del più visitato santuario mariano dell’Italia meridionale. MARIO CARDONE