A cura della Redazione
La direzione degli scavi archeologici di Pompei ha deciso di offrire ai visitatori la visita gratuita dell’Orto Botanico. L’iniziativa partirà domani 16 ottobre, Giornata Mondiale dell’Alimentazione. L’Orto Botanico degli Scavi di Pompei copre un’area di oltre 800 mq, dove sono state raccolte le specie vegetali che vivevano già nella città antica individuate dai resti carbonizzati di frutti e semi e dai calchi delle radici degli alberi. In questo modo, l’orto di Pompei colleziona alberi da frutta, piante medicinali e sacre, ortaggi, piante palustri e tessili. Per visitarlo si può accedere da via dell’Abbondanza uscita sul Foro triangolare, dotato di un ampio giardino adibito ad area di sosta per i visitatori. l’Orto Botanico del parco archeologico di Pompei si sviluppa lungo un percorso suddiviso per temi, con apparato informativo in italiano e inglese. L’orto è curato dal Laboratorio Ricerche Applicate della S.A.N.P., diretto da Ernesto De Carolis. Sarà accessibile al pubblico a partire da domani e fino al termine del mese. Dalle piante coltivate nell’orto si deduce l’alimentazione degli antichi romani. Problemi dell’epoca erano la conservazione dei cibi, l’estrazione di essenze profumate e lo studio-ricerca delle proprietà medicinali di alcune piante. Gli alberi che producono frutti a guscio duro come le noci, mandorle e nocciole sono importanti per il legno e per la possibilità di essiccazione dei frutti. Presenti nell’orto pompeiano anche alberi di mele, pere cotogne, sorbe, fichi e olivi i cui frutti potevano essere lo stesso essiccati o conservati a lungo. Tra le piante medicinali e aromatiche il basilico, la maggiorana e il timo, usato come antisettico, inoltre l’aglio, indicato per la pressione alta e la ruta, dagli effetti abortivi. Nell’Orto Botanico non potevano mancare le piante fluviali e palustri come il frassino, il salice, il pioppo. Tra gli ortaggi si possono trovare tutte le granaglie, ovvero leguminose e cereali (ceci, lenticchie, piselli, fave, cicerchie) che venivano cucinate come zuppa. Le piante tessili più comuni erano il lino, la canapa, la ginestra. Infine, sono da menzionare le piante coronarie sempreverdi descritte da Plinio, che erano usate per intrecciare corone. MARIO CARDONE