A cura della Redazione
Il giorno 2 gennaio, primo giorno lavorativo del 2012, presso la direzione degli scavi di Pompei, sono giunti 23 nuovi funzionari risultati idonei ad un concorso espletato alcuni anni fa. L’iniziativa di procedere ad un parziale ripianamento degli organici del ceto professionale della Soprintendenza Archeologica di Napoli e Pompei, era stata da tempo annunciata dal ministro Lorenzo Ornaghi oltre che da svariate personalità della dirigenza Mibac e dal sindacato aziendale. Si tratta complessivamente di 13 archeologi, 9 architetti e un funzionario amministrativo. Sono quasi tutte done (due soli uomini) di età media intorno ai trentacinque anni. Provengono dalle più svariate regioni d’Italia. Solo tre di loro sono di origine campana perché si tratta di laureati estratti per ordine di merito da una graduatoria di concorrenti idonei. "E’ una iniezione di energia indispensabile per i nostri uffici - ha dichiarato la soprintendente archeologa di Napoli e Pompei, Teresa Elena Cinquantaquattro, che conoscerà personalmente il giorno 5 gennaio i suoi nuovi collaboratori -. Ora, speriamo che si riesca ad implementare anche il personale di vigilanza del sito archeologico". Effettivamente, però, il ceto degli osservatori competenti che segue con trepidazione la sorte del monumento archeologico di Pompei, dal crollo della Schola armaturarum in poi, ha fatto presente fin dal primo momento che c’é impellenza di ricostruire in primis una squadra di operai e muratori in grado di provvedere alla manutenzione ordinaria. Per avere un’idea della dimensione e dell’impellenza di questa esigenza, basti pensare che fino agli anni ´80 le maestranze interne addette alla manutenzione (dal giardinaggio agli stucchi, alla messa in sicurezza dei muri pericolanti) erano un centinaio, ridotte attualmente ad una decina, demotivate, smistate in altri settori e, soprattutto, prive di una guida tecnica che porti avanti un’agenda degli interventi quotidiani. La Cinquantaquattro ha fatto sapere che i nuovi funzionari saranno impiegati nella direzione delle opere di ordinaria amministrazione come la tutela, la salvaguardia e la conservazione dell´area archeologica e la messa in sicurezza del sito, finanziati con fondi ordinari della soprintendenza in attesa dei 105 milioni di euro provenienti dalla Comunità Europea. Ora si tratta di attendere per poter iniziare i lavori che saranno appaltati con il bando europeo che, secondo quanto ha spiegato il ministro dei Beni culturali, Ornaghi, durante la sua recente visita a Pompei, partiranno per la prossima estate. Attualmente i nuovi professionisti chiamati a seguire la tutela del parco archeologico di Pompei, ma che soprattutto dovranno essere in grado di dare le direttive giuste per la messa in sicurezza delle domus e degli edifici pubblici della città antica, stanno facendo il punto della situazione con due colleghi “anziani”: un architetto ed un archeologo che già sono effettivi a Pompei, in attesa di avere un quadro complessivo quando ci saranno i mezzi e gli uomini sufficienti per avviare il programma degli interventi. Resta infine da ricordare il balletto di cifre che c’è stato sulle assunzioni formalizzate ad inizio anno. Come ha fatto giustamente notare l’Osservatorio sul Patrimonio Archeologico, attraverso l´architetto Antonio Irlando, le cifre fatte più di una volta erano di 30 funzionari e 50 operai. MARIO CARDONE