A cura della Redazione
“Habemus cessum”. Sarà il commento "storico" dei commercianti di piazza Schettino se, come formalmente promesso dagli uffici competenti del Comune di Pompei, che fanno capo all’ingegnere Fiorenza, tra qualche giorno saranno montati i nuovi igienici nel sotterraneo adibito a toilette sotto la piazza della città mariana. Un luogo che non merita ulteriori considerazioni riguardo al suo stato complessivo di degrado: è l’esempio di soldi pubblici buttati nella spazzatura. Peggio di piazza Schettino a Pompei non si è vista ancora nessuna opera pubblica. Ora i commercianti, che per intenderci sono quelli sistemati dal Comune nelle nicchie della parte centrale della piazza, che la divide dall’area parcheggio, lamentano la mancanza di un servizio che loro pagano regolarmente nel canone. “O dobbiamo subire i mal di pancia o sacrificare gli affari”. Osserva Giuseppe Artuso, il titolare dell’edicola che fu spostata per prima nella piazza. Artuso ha fatto da pioniere, per cui è diventato il rappresentante delle istanze di quel microcosmo abbandonato, vale a dire “gli inquilini speciali di piazza Schettino”. Altri (associazioni, guardie ecologiche, anziani, ecc.) hanno minor titolo per protestare perché sono ospiti e non inquilini a pagamento come i commercianti. In ogni caso, a quanto riferiscono gli stessi commercianti, il sindaco Claudio D’Alessio è andato ad ispezionare l’ultima delusione che ha inflitto piazza Schettino alla città: i servizi igienici che non sono entrati mai in funzione, causa il mancato aggancio alle fogne. Pollice in su e sorriso consueto del primo cittadino alla sua risalita dai bagni sotterranei, che ha coinciso con un brivido lungo la spina dorsale degli otto commercianti. La morale della storia è che invece bisogna avere fiducia nelle istituzioni (come il Comune). Prima o poi i risultati arrivano. Così pare proprio che i bagni entreranno tra qualche giorno in funzione, Più in là (la speranza è l’ultima a morire) sarà rimessa a nuovo anche l’area pubblica di piazza Schettino. MARIO CARDONE