A cura della Redazione
E’ stata formalizzato dalla Commissione Ue l’impegno di fondi per sostenere il restauro della Pompei antica. Il progetto ´´preservazione, mantenimento e miglioramento´´ del sito archeologico, è stato supportato con un investimento di 105 milioni di euro ´´combinando contributi Ue e nazionali´´. S’intende così perseguire il fine di conservare il sito che rappresenta attrazione turistica sostenibile per l’intera regione Campania. Il contributo dell’Unione Europea è stato decretato dopo una circostanziata richiesta del Governo italiano che mise a punto un piano di azione ad hoc. Il progetto fa il punto, con relativo budget di spesa per i lavori di restauro necessari per la ripartenza di Pompei, dopo i danni provocati dai temporali di fine ottobre 2011, a cui si sono aggiunti quelli causati dalle piogge torrenziali del 2010, che determinarono il crollo, tra l’altro, della “Schola Gladatorium”. Incidente che provocò un danno enorme al patrimonio culturale mondiale, richiamando l’apprensione del suo ceto intellettuale che da allora continua a monitorare senza sosta ogni notizia di crollo e le relative azioni di restauro. «Abbiamo dato la nostra approvazione a questa importante opera di restauro non solo nell´interesse dell´Italia, ma dell´intero patrimonio storico europeo´´, ha dichiarato il commissario Ue alle politiche regionali, Johannes Hahn, che formulò il primo annuncio del finanziamento a Roma, ribadendo poi a Pompei la volontà positiva della Commissione Ue di intervenire con un forte impegno nella messa in sicurezza della città antica. Si ricorda che nel periodo 2000-2006 la politica regionale europea aveva già sostenuto 22 progetti di restauro nel sito di Pompei per un valore di 7,7 milioni di euro. I danni al patrimonio archeologico, quasi tutto a cielo aperto, sono purtroppo un dato all’ordine del giorno. L’area archeologica di Pompei è stata scavata per 66 ettari con i resti di domus del I secolo, privi di copertura, e pertanto esposti alle inclemenze climatiche. A tali danni si rimedia con lavori pubblici di restauro conservativo. Un tempo (quando c’era mano d’opera specializzata) si procedeva, quando serviva, con interventi di urgenza. Sarebbe sempre necessaria un’azione coordinata di messa in sicurezza. Questi due livelli di azione (di urgenza e di messa in sicurezza) attualmente non bastano più. Serve un progetto complessivo che in primis faccia fronte al rischio idrogeologico con la messa in sicurezza dei terrapieni non ancora scavati. In sede Mibac, un progetto del genere è stato accompagnato da un piano di studio scientifico su base tridimensionale. Collaborerano alla sua realizzazione le migliori professionalità del Ministero insieme alle competenze dei più autorevoli studiosi di tutto il mondo. Per assicurare la regolarità degli interventi, specie per quanto riguarda il conferimento degli appalti, è stato sottoscritto a livello governativo un “protocollo di legalità” con l’obiettivo di garantire trasparenza nella gestione delle risorse messe a disposizione dall’Unione Europea (che ammontano a 105 milioni di euro). A breve saranno indette gare pubbliche, con modalità telematiche a garanzia di trasparenza, integrità e maggiore celerità. Il calendario delle iniziative prevede, a questo punto, per fine marzo, cinque bandi per consolidamento e restauro di altrettante domus: la Casa dei Dioscuri, quella delle Pareti Rosse, la domus del Marinaio, la casa di Sirico e la casa del Criptoportico. A metà aprile sarà indetto il bando per la riduzione del rischio idrogeologico nel terrapieno delle Regiones III e IX, ossia l’area di via dell’Abbondanza dove si verificò il famoso crollo della Scuola dei Gladiatori. L’iniziativa si sposterà progressivamente nelle altre Regiones più danneggiate. Gli interventi si concluderanno a fine 2015. MARIO CARDONE