A cura della Redazione
Chi ha pensato che le aperture del sindaco Claudio D’Alessio alle richieste dei commercianti (che prevedono l’abbattimento quasi totale del ticket d’ingresso in centro per i bus che arrivano a Pompei in occasione della supplica e delle altre funzioni religiose) sarebbero bastate a fermare la loro rivolta, si sbagliano. Ieri un manifesto firmato da Confcommercio, Adap, Confesercenti e Cidec porta un attacco politico personale al primo cittadino pompeiano ed alla sua amministrazione. A questo punto si aspetta solo che dalle piazze passi alle aule di tribunale la vertenza dei commercianti del centro moderno di Pompei che nei tribunali già ci sono stati ma per vertenze amministrative. I politici di maggioranza si difendono adducendo che la contestazione all’iniziativa della zona a traffico limitato con tassa d’ingresso per i mezzi turistici é manovrati dalle lobby del trasporti turistico locale su cui essa inesorabilmente ricade. “Il sindaco potrà dire tutte le bugie che vuole ma non riuscirà a occultare la speculazione progettata nel pioppeto”. Recita uno dei sette punti contro l’amministrazione D’Alessio. Parole pesanti come sassi che chiedono risarcimento, se ingiustificate. L’intento dei capi delle organizzazioni del commercio di Pompei è chiaramente di trascinare in tribunale il contraddittorio contro il sindaco dal momento che non l’hanno spuntata al tavolo sindacale. Si tratta, è bene chiarirlo, dello stesso ceto pompeiano che ne aveva in precedenza avallato il successo elettorale con il plebiscito del 65% dei suffragi elettorali ed il consenso partecipativo alle scelte successive. Consenso che si * fermato ai provvedimenti del ticket, il divieto di sosta a piazza Immacolata e l’apertura de “La Cartiera”. Ne é stato ricambiato con arredi urbani di prestigio, bandiere e statue, tutti collocati nella piazza principale. Inoltre l’amministrazione di Pompei si è distinta nell’organizzazione di eventi di grande richiamo per attirare gente nel Palazzo Comunale che spendesse nei negozi del centro. Non dimentichiamo le luminarie artistiche natalizie, criticate dalla periferia. Qual’é il motivo di questo precipitoso e burrascoso divorzio? Basta leggere gli altri sei punti del manifesto dei commercianti del centro per rendersi conto che hanno inteso ritirare la fiducia, che si è dimostrata mal riposta nell’elezione di D’Alessio. Parcheggi pubblici, tentativo di speculazione, menzogne riguardo alle tasse locali, centro commerciale illegale, disagio occupazionale, illegalità e incapacità di gestione sono argomenti bastevoli per mandare a casa il migliore degli amministratori. E’ quanto si ripromettono di fare, nei confronti di Claudio D’Alessio, i commercianti Ascom, Adap, Confesercenti e Cidec di Pompei. MARIO CARDONE