A cura della Redazione
Illustrare ai cittadini di Pompei il fallimento completo del secondo ciclo amministrativo targato D’Alessio. Chiedere ai consiglieri di maggioranza di rispedire a casa il sindaco, accusato di fallimento rispetto al programma elettorale, concordato con alleati, traslocati per questo motivo all’opposizione. Formulare una risposta al progetto di riordino del traffico, contestato dagli operatori turistici del centro storico, contrariati dalla sentenza del consiglio di Stato che sancisce l’abusivismo del centro commerciale “La Cartiera”. Questi ed altri argomenti “brucianti” hanno indotto i quattro esponenti in Consiglio di “Unità e Impegno” a tenere una conferenza stampa. Con loro il coordinatore politico Carmine Lo Sapio (ex assessore e membro provinciale del Partito Democratico) e ad altri soggetti di rilievo politico come Enzo Garofalo, capo della destra giovanile locale, Franco Gallo, ex vicesindaco nella giunta Staiano, Bartolo Martire dei Riformisti, e Salvatore Desiderio, membro del provinciale Adc. Si tratta di persone delle più svariate connotazioni politiche, anche se più di uno ha in tasca la tessera Pd. Che cosa li accomuna? L’obiettivo di passare dalle critiche all’iniziativa coordinata che punta a spiegare alla città il fallimento, secondo la loro opinione, di una fase amministrativa che considerano conclusa. Vale a dire che deve terminare prima della sua naturale scadenza, che è tra un anno. Ne deriva che i contestatari di turno intendono convincere i consiglieri comunali di maggioranza a rispedire a casa (cioè fuori Palazzo de Fusco) Claudio D’Alessio, con il risultato di indire per il prossimo giugno le elezioni amministrative (probabilmente insieme alle Politiche). La delusione per l’esistente non ha fermato, però, a quanto pare, la fermentazione del nuovo corso politic, che intende abbandonare vecchie distinzioni e contrapposizioni a favore del pragmatismo. Alla fine dovrebbe venir fuori un elenco di iniziative concrete (magari più di otto) a partire dal progetto di zona a traffico limitato che la coalizione “multicolore” non intende accantonare ma migliorare. La novità del progetto discusso è nell’abbandono di logori schematismi fondati sugli schieramenti politici (destra e sinistra) per favorire l’alleanza tra persone sulla base unica della condivisione di un progetto comune. La sua criticità nasce dall’inevitabile ostilità che gli sarà mosso dai partiti politici tradizionali pompeiani. Per esempio, non è difficile prevedere che gli avversari politici interni al Pd (schierati con la maggioranza politica di governo) accuseranno Lo Sapio ed i suoi di doppiogiochismo. La stessa critica che è stata mossa riguardo alla formazione del gruppo consiliare “Unità e Impegno”, autonomo rispetto a quello della sinistra tradizionale. MARIO CARDONE