A cura della Redazione
«I primi appalti aggiudicati per i lavori nell´area archeologica di Pompei presentano ribassi che superano il 50 per cento. Siamo preoccupati che questo dato possa incidere pesantemente sulla qualità degli interventi di restauro. Non vorremmo ritrovarci di nuovo a contare i muri che cadono a causa di lavori svolti male». E´ quanto ha dichiarato la deputata del Partito Democratico Luisa Bossa (foto), che ha trovato il tempo, nel corso degli intensi lavori parlamentari di questi giorni, di richiamare la pubblica attenzione sulla necessità di non abbassare il livello di guardia sulla qualità dei lavori pubblici di restauro che saranno posti in essere nell’ambito del “Grande Progetto Pompei”, finanziato con 105 milioni di euro dalla Comunità Europea. «Chiederò al Governo di avviare un accertamento serio sulla vicenda», ha proseguito nel suo intervento l´on. Bossa che, in quanto ex sindaco di Ercolano, è persona esperta sulle problematiche che riguardano la manutenzione dei siti archeologici vesuviani. Le gare d´appalto sotto osservazione sono al momento due. Una riguarda i lavori di consolidamento e restauro della Casa dei Dioscuri. Porta in dote un prezzo a base d’asta di un milione 407 mila 735 euro. La seconda gara riguarda lo stesso tipo d’intervento per la Casa del Criptoportico. Lo stanziamento, in questo secondo caso, è pari a 5 milioni 630 mila 161 euro. Secondo quanto pubblicato a cura della Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Napoli e Pompei, sulla Gazzetta ufficiale n. 33 del 18 marzo scorso, entrambi i lavori sono stati aggiudicati alla impresa Perillo Costruzioni Generali Srl. Per il primo intervento è stato offerto un ribasso del 52,11 per cento; per il secondo, il ribasso è arrivato al 56,70 per cento. «Sarà possibile lavorare bene con ribassi così importanti?», si chiede l´on. Bossa. La preoccupazione è che per aggiudicarsi gli appalti, le imprese facciano prezzi con cui, poi, non sono nelle condizioni di garantire lavori di elevato profilo, sia per la mano d’opera impiegata (in cui deve essere evitato il lavoro nero) che per la qualità dei materiali. L´intervento su Pompei non è un´opera pubblica qualunque. «Si tratta di consolidamenti e del restauro di pezzi di straordinario valore del nostro patrimonio archeologico - è la conclusione della parlamentare Pd -. Non si possono correre rischi rispetto all´alta professionalità e al valore dell´intervento. Chiediamo, fin da ora, al Governo (che ha messo in piedi un’imponente struttura per garantire la legalità nell’assegnazione degli appalti, ndr) di assicurare vigilanza e garanzia sulla qualità di quello che ci si prepara a fare a Pompei». Ricordiamo che il ritardo di un anno nella partenza dei lavori è stato giustificato dal Governo, in sede comunitaria, dalla cautela nell’espletamento delle gare per l’appalto dei medesimi, al fine di operare nella massima trasparenza che, insieme alla legalità delle procedure e dei soggetti assegnatari degli appalti, potesse assicurare un lavoro di restauro delle domus di Pompei a regola d’arte. MARIO CARDONE