A cura della Redazione
I vigili urbani di Pompei, in un blitz volto al contrasto dell´abusivismo edilizio, hanno messo sotto sigillo un fondo agricolo sito nella contrada Civita Giuliana, che era stato trasformato senza alcuna autorizzazione in un’area attrezzata per pic-nic. I vincoli imposti dal divieto di costruzione dalla zona rossa (rischio Vesuvio) che in quasi tutto il territorio di Pompei si sommano a quelli imposti dalla tutela della Soprintendenza archeologica, mettono in moto il genio creativo di coloro che preferiscono aggirare le regole con lo scopo di trarre ad ogni costo profitto dalle loro proprietà, specie se esse sono situate in territori privilegiati dalla natura, quale è proprio Civita Giuliana, una collina di piena competenza archeologica con una magnifica veduta del Vesuvio. Normale che chi possiede un fondo in un’area vocata al turismo, come quella visitata dalla polizia municipale, cerca di metterla a profitto. E´ il caso del sito scoperto dai caschi bianchi nel corso di un controllo del territorio. Le opere messe sotto sequestro dai vigili urbani, coordinati dal comandante Gaetano Petrocelli, sono formate da diciotto postazioni pic-nic, ciascuna formata da una copertura in stuoia che è sorretta da una struttura in pali di legno. Altro manufatto di legno di dimensioni di due metri per un metro, con due metri di altezza e copertura a doppia falda inclinata in poliestere, formava la cassa centrale dove si pagava la sosta e, forse, la consumazione. Sotto seuqestro anche tre bagni prefabbricati, due di dimensioni di un metro e venti centimetri per un’altezza di due metri e mezzo, mentre un altro era ampio due metri per due metri e l’altezza di due metri e ottanta centimetri. Tutti e tre i bagni sono realizzati in lamiere termoisolanti con rivestimenti in legno. La titolare dell’attività, pubblicizzata con il nome di “Balla coi lupi”, è stata denunciata all’autorità giudiziaria per abuso edilizio e commerciale. Un’attività del genere in un posto dove la natura si abbina magnificamente al paesaggio d’interesse culturale, avrebbe fatto sicuramente fortuna. Ma il problema è che in ogni comunità civile bisogna osservare le leggi e non considerarle come ostacoli alla libertà d’impresa. Solo i furbi sono abituati a fare nell’impresa i comodi propri. MARIO CARDONE twitter: @mariocardone2