A cura della Redazione
“Perché a Londra sì ed a Pompei no?”. Si chiede il sindaco Claudio D’Alessio nel corso del commento della mostra allestita presso il British Museum con reperti archeologici provenienti dagli Scavi di Pompei. "Chiederemo che in futuro le mostre di reperti pompeiani siano allestite preventivamente nella città degli scavi archeologici, solo in un secondo momento potranno girare il mondo a testimonianza della cultura del nostro Paese”, ha chiosato il primo cittadino. Il fatto che la città di Pompei, che ha sul suo territorio il parco archeologico più visitato d’Europa, sia stata privata del privilegio di esporre al pubblico affreschi, statue, monili e reperti di maggior valore non garba al sindaco D’Alessio, che ha fatto notare a più riprese che mentre la maggior parte dei reperti dell’antica civiltà pompeiana sono ospitati nel Museo Nazionale, la parte rimanente giace nei sotterranei della soprintendenza archeologica mentre la Pompei moderna non è stata mai dotata di un museo, nonostante le reiterate istanze e le promesse dei politici di rango regionale di “regalare” un luogo alla città degli Scavi in cui esporre, a più riprese, monili, statue ed oggetti che successivamente sono destinati a partire per l’estero per pubblicizzare il sito archeologico locale. “Come se Pompei avesse bisogno di pubblicità – è il commento ironico del suo primo cittadino, Claudio D’Alessio -. La verità è che – prosegue il sindaco di Pompei - con queste mostre di reperti pompeiani all’estero gli unici che ci guadagnano sono i funzionari del ministero dei beni culturali che sono mandati in missione (ultimamente in Inghilterra) mentre neanche un euro arriva nelle casse della soprintendenza archeologica vesuviana come contropartita di tanti oggetti di valore concessi in comodato temporaneo gratuito". E’ una questione che viene dibattuta tutti i giorni, quella relativa alla mancanza per i cittadini di Pompei di qualsiasi privilegio riguardo agli Scavi, mentre c’è per i cittadini residenti la partecipazione alle spese aggiuntive per i servizi (spazzatura, manutenzione stradale, ordine pubblico) di importo superiore agli introiti dei pochi operatori che beneficiano del commercio derivante dall’afflusso turistico del tipo “mordi e fuggi”, in cui la spesa media è rappresentata da una bibita ed una guida turistica. Ora il fatto che Pompei, come denunciato giustamente dal sindaco Claudio D’Alessio, non abbia mai ospitato nel suo centro storico una mostra di reperti archeologici scavati nella città antica, appare effettivamente come un paradosso a cui si deve urgentemente porre rimedio. La recente autonomia conferita alla gestione degli scavi di Pompei può rappresentare una chiave di volta per migliorare la situazione. MARIO CARDONE