A cura della Redazione
Una vasta operazione contro l’accattonaggio, praticato in prevalenza da minori, sul sagrato del Santuario della Madonna di Pompei, è stata messa in atto nella mattinata di domenica 17 novembre dal personale della Stazione Carabinieri di Pompei, agli ordini del maresciallo capo Tommaso Canino. I militari hanno operato in stretta collaborazione con il personale dei vigili urbani diretto dal Tenente Colonnello Gaetano Petrocelli ed il funzionario Mele dei servizi sociali. Il servizio di polizia punta a contrastare in modo efficace il fenomeno di accattonaggio minorile. L’attività posta in essere dalla task force ha prodotto risultati positivi in quanto ha consentito di beccare tre minori, uno dei quali è risultato essere di nazionalità italiana, mentre gli altri due erano rumeni. Al riscontro di ulteriori controlli i tre minorenni risultavano rispettivamente essere residenti a Boscoreale, Torre Annunziata e San Giuseppe Vesuviano. La loro età, inoltre, è di 17, 12 e 14 anni. Secondo i rappresentanti delle forze dell´ordine, i ragazzi chiedevano, anche in maniera molesta, l’elemosina ai pellegrini in visita al Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei. Gli accertamenti effettuati dai carabinieri hanno consentito di denunciare alla Procura della Repubblica del Tribunale di Torre Annunziata ed alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minori di Napoli i genitori dei predetti: S. E., classe ´79, rumena domiciliata in Torre Annunziata; S. V. A. classe ’75, rumeno domiciliato in Torre Annunziata; A. G. classe ’95, italiano, domiciliato in Boscoreale; B. I, classe ’76, rumeno, domiciliato in San Giuseppe Vesuviano; B. A. classe ’79, rumena, domiciliata in San Giuseppe Vesuviano; B. A. classe ’91, rumena, domiciliata in Torre Annunziata. Quest’ultima chiedeva l’elemosina con un bambino di appena 4 mesi in braccio. L’Autorità Giudiziaria della Procura dei Minori, considerata la documentazione presentata dai genitori a dimostrazione del rapporto di parentela diretta, ha disposto il loro affidamento ai medesimi genitori nelle more del giudizio di responsabilità nei loro confronti. Durante l’attività di repressione dell’accattonaggio si è altresì proceduto alla identificazione di altri cinque soggetti maggiorenni dediti allo stesso indecoroso mestiere. Tale servizio di prevenzione posto in essere dai carabinieri di Pompei si inserisce in una attività più ampia di contrasto all’accattonaggio nei pressi del Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei. Altra operazione dello stresso genere è stata posta in essere nel mese di febbraio allorquando quattro minori sono stati affidati, su disposizione del Pubblico Ministero del tribunale dei minori di Napoli, ad una Comunità per la cura dei minori e successivamente restituiti in affidamento ai genitori con provvedimento della citata Autorità Giudiziaria. L’attività di repressione dell’accattonaggio davanti al Santuario di Pompei mira a salvaguardare l’immagine di un luogo di culto famoso in tutto il mondo, che riceve ogni giorno la visita di comitive di pellegrini che con il loro obolo contribuiscono al mantenimento della struttura e delle opere di beneficenza che dipendono da essa. Pertanto l’operazione è positiva sotto il profilo dell’immagine della città di Pompei e delle sue istituzioni religiose. Resta poi a carico dei servizi sociali provvedere alle esigenze dei bisognosi che si erano ridotti a chiedere l’elemosina davanti ad un luogo di culto. MARIO CARDONE Twitter: @mriocardone2