A cura della Redazione
"Il presidente del consiglio comunale Ciro Serrapica si deve dimettere". Lo afferma il consigliere comunale Alberto Roberti, che dichiara di parlare a nome di tutta l’opposizione che ha diverse anime. Allo stesso modo è stato in precedenza portavoce (in consiglio comunale) quando è andato a denunciare al comando di Polizia la “telecamera abusiva” che era stata montata durante l´ultima seduta dell´Assise cittadina, senza preventivamente avvisare minoranza ed opinione pubblica presente. Montare un occhio magico che riprenda i lavori del consiglio comunale è in sè un’operazione lecita. Anzi, ne era stata fatta richiesta in precedenza dal Movimento 5 Stelle senza che fosse dato seguito alla misura di trasparenza. Invece, a dirlo in parole chiare, non alla trasparenza aveva probabilmente pensato il presidente del consiglio quando ha fatto montare, in modo occulto, la telecamera che riprendesse l’ultima sessione dell’Assise dopo che la precedente era stata rinviata a causa delle proteste di varie componenti della società civile di Pompei. Si voleva colpire l’avversario politico a tradimento. Atteggiamento riprovevole da un punto di vista etico. E’ opinione corrente che episodi funesti hanno messo in luce una serie di problemi arretrati ma che, a dire di molti, l’amministrazione D’Alessio ha aggravato senza nemmeno tentare di porvi rimedio. Ora tutto il malumore della gente è arrivato nell’aula del consiglio. Presumibilmente la maggioranza ha inteso registrare in video eventuali intemperanze senza garantire la privacy nei sensi di legge. Ora di tutto questo il presidente del consiglio Serrapica si è proclamato responsabile. La cosa vale sul piano giudiziario per le conseguenze che ricadranno sull’amministratore originario di Messigno (stessa area di provenienza della gran parte dei manifestanti, che certamente non hanno apprezzato il suo gesto). Serrapica, però, secondo il collega Robetti deve dimettersi da presidente del consiglio. La motivazione della richiesta dell’esponente di Unità e Impegno è innanzitutto politica: non solo il presidente non ha tutelato tutte le componenti del consiglio comunale, facendo montare la telecamera senza preventivamente avvisare la minoranza ma, nel caso specifico, si è reso complice di un raggiro della maggioranza ai danni dell’opposizione, che ha partecipato ad un’assise in cui non ha ricevuto pari trattamento. MARIO CARDONE Twitter: @mariocardone2