A cura della Redazione
Gerardo Porro (classe 1983) è un detenuto che conservava una bomba a mano (mod. M 75 di fabbricazione ex Jugoslavia) nascosta nel garage della propria abitazione sita a Poggiomarino. Il delinquente era un componente della gang composta da cinque elementi che aveva messo a segno numerose rapine ai danni delle tabaccherie del comprensorio vesuviano. Tutta la banda lo scorso 8 ottobre è stata messa agli arresti dai carabinieri della caserma di Pompei, comandata dal maresciallo Tommaso Canino. L´operazione, nata a seguito di una rapina a Pompei (via Nolana) nella primavera del 2013, ebbe un risultato positivo dopo una lunga e laboriosa indagine dei militari, dove fu necessario anche l’utilizzo di materiale filmato da impianti privati di videosorveglianza, dal quale (in particolare il filmato inerente la rapina ai danni di una tabaccheria di Palma Campania) è stato documentato che il Porro era l’uomo in possesso di rivoltella che minacciava le vittime. Ne consegue che l’abitazione del detenuto era stata precedentemente sottoposta a perquisizione per la ricerca dell’arma. Forse anche per questo motivo il delinquente aveva ritenuto importante mettere sull’avviso la moglie, con un pizzino smistato durante un colloquio in carcere, che dietro ad una vecchia cucina del garage era nascosta una cosa importante. I carabinieri, informati riguardo al contenuto del pizzino dalle guardie penitenziarie che avevano beccato i coniugi in flagrante, sono andati nel garage per cercare la pistola. Con stupore invece hanno trovato una bomba ad alto potenziale conservata in un foglio di carta argentata, ed ancora in piena funzionalità. Sulla base di queste evidenze è stata emessa dal Gip del Tribunale di Torre Annunziata, dottor Anzalone, ordinanza di custodia cautelare in carcere per detenzione di ordigno bellico, che sempre su istruzioni del Gip è stato distrutto dagli artificieri del Comando Provinciale di Napoli. Intanto il Porro si conferma soggetto estremamente pericoloso per cui è probabile che la magistratura aumenti il suo periodo di detenzione. MARIO CARDONE Twitter: @mariocardone2