A cura della Redazione
Non si può far più finta di non sentire i commenti dellopinione pubblica pompeiana che non approva il gelo che regna da qualche mese nei rapporti tra il Palazzo e il Santuario. Lattesa del miracolo natalizio tra due Enti, che non dovrebbero mai smettere di dialogare, è allordine del giorno. Al contrario prevale uno scenario di separati in piazza tra Autorità civile e religiosa di Pompei. Sono numerosi i segnali evidenti della divisione. Non pare il caso di fare lelenco dei disguidi, dove, purtroppo, a mettersi in evidenza sono i soliti personaggi di seconda linea noti per inadeguatezza e mal costume. Per fare un esempio sulla divisione di cui parliamo basta ricordare che Santuario e Comune non sono riusciti nemmeno a concordare (e contestualmente pubblicizzare) il calendario delle manifestazioni organizzate in occasione delle feste di Natale. Ci riferiamo, per esempio, al rituale concerto della banda musicale Bartolo Longo e dei presepi allestiti nelle parrocchie e presso il prestigioso Istituto educativo di via Sacra insieme alle recite natalizie dei bambini delle scuole primarie (sotto al tendone montato davanti a Palazzo de Fusco) e la Kermesse non stop, sportiva e sanitaria (dal 19 al 21 dicembre) insieme alla notte rossa pompeiana, senza dimenticare le iniziative comunali a favore dei più sfortunati di Pompei, le luminarie e i doni per i bambini sotto lalbero di Natale. Inutile rammentare quali sono i limiti e quali le competenze dellAutorità civile rispetto alle prerogative della Chiesa cattolica a chi è maestro desperienza in cerimoniali e procedure pubbliche dalto profilo. Fatto sta che si lamenta nellambiente comunale che da un po di tempo qualcuno si dimentica di invitare, quando oggettivamente previsto, il primo cittadino di Pompei. Uno sgarbo nei suoi confronti, sia ben chiaro, vale per tutta la città. Non cè in questo caso divisione politica che valga. Lultimo caso, oggetto di commento, è stato il convegno dei cappellani militari del Sud Italia. Quello più clamoroso ha riguardato la cerimonia di benedizione della mensa dei poveri, in cui lEnte Organizzatore, ospite di Pompei, è il Sovrano Ordine di Malta (che paga il fitto al Santuario per i locali) la cui bandiera sventola di fronte alla Casa del Pellegrino di Pompei. Ora relativamente al movimento di persone che liniziativa comporta, nel caso in questione, lordine pubblico compete alla polizia municipale. Allo stesso modo i servizi comunali, pagati con le tasse dei pompeiani (spazzatura, verde pubblico, corrente elettrica) dellaccoglienza competono al Comune di Pompei. Perché, si domanda la gente, il suo massimo rappresentante non è stato invitato alla cerimonia ufficiale dinaugurazione della mensa? (definita ufficialmente benedizione per salvare la faccia). Uniniziativa di carità così importante che rientra a pieno titolo nella missione che ha giustificato lalto profilo della sua fondazione non doveva assolutamente partire senza la presenza del suo maggiore rappresentante.
MARIO CARDONE
Twitter: @mariocardone2