A cura della Redazione
“Tornare tra i banchi (del consiglio comunale) per una svolta della città”. E’ la conclusione di un manifesto politico dell’opposizione di Franco Gallo e compagni scritto contro Ferdinando Uliano ma rivolto anche alla sua maggioranza politica. Il messaggio è di per sé condivisibile anche se per essere plausibile deve essere minimalista. Una complicazione non da poco perché la politica è una musica che si suona con le trombe, non certo con i violini. Nel caso di Pompei la situazione attuale consiglierebbe di puntare a pochi interventi in linea con le risorse disponibili e dai risultati prevedibili. Lo impone l’emergenza che dovrebbe liberare il dibattito politico dall’enfasi di una retorica che fa, al momento, più male che bene a Pompei. Parliamoci chiaro: grandi progetti, come per esempio quello dell’interramento di un tratto della circumvesuviana e più complessivamente la sistemazione dell’assetto turistico ricettivo locale è iniziativa che appartiene ad un quadro decisionale superiore a cui è possibile contribuire solo con proposte e con spinte (come il voto delle prossime regionali). Data la situazione d’emergenza, che è effettivamente grave; bisogna lavorare solo su alcune leve che ad un tempo dovrebbero essere in grado di migliorare la vivibilità. In parti tempo si dovrebbero recuperare (o risparmiare) risorse che potrebbero essere successivamente rimesse in circolo. L’amministrazione pompeiana, dal momento che non ha risorse accantonate, deve fare di necessità virtù. Deve farlo, però, con spirito creativo. Questo oggettivamente è un problema ma con la complicità solidale e la buona volontà (è stato dimostrato recentemente proprio nel caso di via Ripuaria) possono bastare a risolvere il problema. Non è certo la fantasia politica ma l’osservazione della realtà pompeiana che pone al primo posto il miglioramento urgente dell’assetto viario (a parte gli appalti di cimitero, parcheggi e casa di riposo che sono un’eredità irrinunciabile per gli interventi possibili diretti al loro miglioramento, eliminazione o sostituzione). Via Ripuaria rappresenta una priorità indiscutibile anche se attualmente tutte le strade di Pompei sono piene di buche. Un dato di partenza che richiede un progetto immediato perché comporta il disagio dei cittadini contribuenti ancor prima di turisti e visitatori. Questo stato di fatto si riflette sulla finanza e l’economia locale a causa delle vertenze su insidie e trabocchetti stradali. Inoltre, Pompei, con le strade che ha, incontra ostacoli allo sviluppo di commercio e turismo. Bisogna partire dalle strade, quindi, per migliorare la vita dei residenti, risparmiare risorse in vertenze civili e migliorare l’immagine turistica della città. E’ poco ma è quanto Pompei si può permettere, operando bene con i tempi che corrono, in attesa di quelli migliori quando alle promesse di Regione e Ministero dei Beni Culturali e del Turismo seguiranno i fatti in termini d’investimenti locali, come la creazione, per esempio, di un museo archeologico locale che è un vero e proprio diritto dei pompeiani dal momento che il parco archeologico locale è esclusivamente uno scrigno a cui bisognerebbe aggiungere la scritta “per i gioielli rivolgetevi a Napoli”. MARIO CARDONE Twitter: @mariocardone2