A cura della Redazione
«Le accuse lanciate dal consigliere Maria Padulosi sono molto gravi. La invito a presentare regolare denuncia presso le autorità preposte. Sono disponibile ad accompagnarla personalmente». Il sindaco di Pompei Ferdinando Uliano probabilmente non ha “digerito” la mela avvelenata che gli è stata lanciata, anche se con grazia femminile, dai banchi del Consiglio dall’antagonista in campagna elettorale alla carica di sindaco. «Affermare che ai cittadini venga chiesto il colore del voto come lasciapassare per gli uffici ed i servizi comunali è di una gravità inaudita. Chi mi conosce sa che questo modo di fare non mi appartiene». Saetta Uliano, che effettivamente ha fatto della trasparenza e della legalità la sua bandiera per cui non riesce ad accettare le denunce espresse in aula dall’esponente di minoranza. Uliano, in un comunicato trasmesso dall’ufficio stampa del Comune di Pompei, traccia il profilo del suo comportamento esemplare (almeno secondo il suo stesso personale giudizio). Sindaco di tutti (favorevoli e contrari). Nessuna schedatura degli elettori. Trasparenza degli atti amministrativi. «Le dichiarazioni della consigliera Padulosi mi lasciano basito - è la logica conclusione del sindaco di Pompei -. Soprattutto riguardo alle incursioni durante i colloqui privati perché su mia esplicita richiesta i miei collaboratori sono sempre presenti ai colloqui a tutela della trasparenza e della legalità». In sintesi, la convinzione del sindaco di Pompei è che un certo modo di fare politica (discriminatorio e di controllo dell’avversario politico) appartiene al passato, non alla sua amministrazione. Uliano non lo dice ma alla fine è rimasto alquanto incredulo sul fondamento di fatti e comportamenti denunciati dalla vicepresidente del Consiglio comunale. Tanto è vero che chiede nomi e cognomi ed una regolare denuncia. La consigliera comunale Maria Padulosi, intervistata sull’appassionato intervento di Uliano a difesa della dignità sua e dei suoi fedeli collaboratori politici e di staff, ha risposto pacatamente. «Quando si verificheranno nuovamente episodi di clientelismo e forme di malcostume con scopi ben lontani dal bene collettivo e dall’interesse della società civile pompeiana e in danno del comune cittadino, spronerò il cittadino - parte lesa - a denunciare i fatti alla autorità giudiziaria, mentre io continuerò con coraggio civile a svelare pubblicamente l’accaduto e ad esternare il mio biasimo, coerentemente al ruolo pubblico da me rivestito. Con riserva - conclude la Padulosi -, in costanza dei presupposti, di promuovere l’azione penale nei modi e nei tempi che riterrò più opportuni». MARIO CARDONE twitter: @mariocardone2