A cura della Redazione
Un banchetto pubblico in piazza Bartolo Longo, a Pompei, è l’iniziativa che punta alla raccolta di firme per la petizione popolare a tutela delle opere fondate da Bartolo Longo. L’iniziativa è un segnale evidente del malessere che pervade da qualche giorno la società civile di Pompei da quando è stato resa pubblica l’intenzione del vertice della Chiesa mariana di chiudere i battenti della gloriosa istituzione educativa gestita dai Fratelli delle Scuole Cristiane che è antica almeno quanto la città. La formazione scolastica è un’opera emblematica della Chiesa cattolica che ne descrive il profilo dell’azione meridionale non solo religioso ma fondamentalmente sociale perché allontana i giovani dalla delinquenza ma soprattutto perché veicola la cultura cristiana che valorizza la famiglia come istituzione centrale della società insieme alla difesa della dignità della vita umana e alla tutela delle nascite. Di questo si è reso conto Bartolo Longo che ha posto le scuole tra le opere sociali fondamentali di Pompei. Ora le famiglie del territorio, gli allievi delle scuole, il personale docente ed amministrativo si rivolgono con una petizione all’Arcivescovo Caputo chiedendogli perché abbia decretato la chiusura delle storiche scuole del Pontificio Bartolo Longo, colpendo l’espressione più significativa delle Opere del Beato. E’ bene ricordare che il predecessore di Caputo (Liberati) aveva avviato qualche anno prima una iniziativa dello stesso tipo ma fece successivamente retromarcia, rivedendo la sua decisione a seguito delle proteste della popolazione pompeiana, del ceto dei benefattori del Santuario e sulla base dell’eredità morale del Beato che fa delle scuole una cardine dell’intervento pontificio a Pompei che, dato il radicamento della Chiesa sul territorio non può prescindere dal consenso popolare. Ecco perché tutti si attendano che monsignor Caputo abbia la stessa “illuminazione” del suo predecessore. La gestione economica di un’Istituzione, laica o religiosa che sia, nelle difficoltà deve necessariamente tagliare i rami secchi (è sempre stato così) ma essi non possono essere costituiti dall’opera di formazione dei giovani. Al contrario sarebbe necessario rivolgere uno sguardo più attento all’interno della macchina per vedere se ci sono a bordo passeggeri indesiderabili. MARIO CARDONE