A cura della Redazione

Ritrovarsi nell'antica Ercolano accompagnati dall'archeologo svizzero, Karl Jacob Weber che si muove tra strade, botteghe e cardi incontrando personaggi storici del 79 a.C ma con un 'effetto partecipativo', come se si stesse attraversando la città con un carro o una biga dell'epoca.

È un tuffo nella storia di oltre 2000 anni quello che accompagnerà i visitatori nella nuova sala di proiezione del Museo Archeologico Virtuale di Ercolano (MAV), che sarà inaugurata nella giornata conclusiva del II Festival della Memoria, il 30 marzo (ore 11 riservata alla stampa e ore 19 apertura al pubblico gratuita esclusivamente per accredito mail: festivalmemoria@museomav.it).

La grande novità è la modalità di  proiezione realizzata con una visione totalmente immersiva' a 360 gradi, unita ad effetti sonori avvolgenti. Le immagini del film, firmato  Zeranta Edutainment società specialista in edutainment (education & entertainment), scorrono  su uno schermo alto 3 metri, che avvolge completamente lo spettatore, proiettandolo al centro della scena. Una sala dotata di un sistema di multiproiezione su una superficie complessiva di ben 25 metri, con immagini ULTRA HD che raggiungono unaltissima definizione, frutto di riprese realizzate con ben 12 telecamere utilizzate simultaneamente.

«La tecnologia impiegata per questa nuova modalità di fruizione da parte del pubblico - spiega il direttore del MAV, Ciro Cacciola - cambia completamente l'approccio. Ci si ritrova ad apprendere la storia di Ercolano e del sito archeologico attraverso una modalità totalmente immersiva, in cui offriamo ai nostri visitatori un'esperienza di conoscenza con uno straordinario coinvolgimento emotivo».

«L'operazione di storytelling - spiega Jader Giraldi di Zeranta - non è stata semplice perché la possibilità di effettuare le riprese in 360 con le nuove tecnologie costringono al ripensamento totale del linguaggio. La regia è più teatrale e il montaggio è pressoché inesistente perché lo spettatore decide cosa guardare nel campo scenico. Certamente si apre una frontiera molto interessante per valorizzare il nostro patrimonio culturale in Italia e anche all'estero. La realtà immersiva, se realizzata con le riprese a video e con la cura del racconto rappresenta una vera e propria macchina del tempo».