A cura della Redazione

Nella tarda serata di lunedì 15 luglio scorso, a Massa di Somma, lungo via delle Magnolie, un brigadiere dei carabinieri libero dal servizio era stato richiamato dalle urla di una donna. Un soggetto le aveva puntato un coltello alla gola per rapinarla della borsa, poi era salito a bordo di una Toyota Yaris blu alla guida della quale c’era una ragazza, e si erano dati alla fuga in direzione di Cercola.

Il militare si era messo al loro inseguimento riuscendo a non perderli ed a fissare i connotati di entrambi.

Intanto aveva chiesto rinforzi alla centrale operativa ed era intervenuta una pattuglia della Tenenza di Cercola che aveva incrociato i rapinatori lungo via Giordano. i due, vistisi alle strette, erano scesi dall’auto per fuggire a piedi. I carabinieri li avevano inseguiti riuscendo a bloccare la complice del rapinatore e sua compagna nella vita, C. M., una 25enne di Napoli.

L'uomo, invece, mentre un carabiniere continuava ad inseguirlo, aveva scavalcato le mura di cinta della Circumvesuviana per continuare la fuga sui binari e poi nei terreni limitrofi.

La donna era stata dunque arrestata in flagranza per concorso in rapina aggravata e ricettazione, poiché l’auto utilizzata per la rapina è risultata essere stata rubata il giorno stesso a Barra.

Non si erano fermate invece le indagini per identificare il complice e dopo poco, tramite social network, i militari sono arrivati al nome di Pasquale Borragine.

L'uomo, subito dopo la rapina, si era rasato la barba ed i capelli per rendere più difficile il suo riconoscimento, escamotage risultato invano.

I carabinieri stavano per controllare la ragazza, che nel frattempo era stata tradotta lì ai domiciliari, e mentre si avvicinavano al palazzo il ricercato ha notato l’auto ed è fuggito a nascondersi sul tetto del palazzo: un militare in borghese appostato lo ha rincorso e bloccato sulla sommità dello stabile.

Il fuggitivo è stato identificato nel 30enne di Ercolano, ritenuto vicino al clan Birra-Iacomino.

È stato sottoposto a fermo e tradotto in carcere dove resta dopo la convalida del fermo da parte del gip.