A cura della Redazione

Sette condanne e dodici assoluzioni. Si chiude così il processo a chi ha protestato per impedire i conferimenti di rifiuti a Cava Sari. Era l'autunno 2010, quando in piena emergenza rifiuti la cava all'ombra del Vesuvio, in pieno Parco e a poche centinaia di metri dalle abitazioni, fu scelta per accogliere la spazzatura che altrimenti sarebbe rimasta nelle strade. Si susseguirono notti di protesta e tensioni, con scontri anche accesi tra forze dell'ordine e manifestanti, sfociati poi in diversi procedimenti penali (tutti chiusi con assoluzioni) fino al processo “madre” che si è chiuso questo pomeriggio a Torre Annunziata.

Il collegio della seconda sezione penale del tribunale di Torre Annunziata (presidente Antonio Pepe, a latere Maria Rosaria Aufieri e Paola Cervo) hanno inflitto una condanna ad anno e 2 mesi di reclusione (pensa sospesa) ad Antonio, Francesco, Raffaele e Paolo Galasso, Mario Balzano, Maria Rosaria Matrone e Maria Bruno.

Assoluzione piena per tutti gli altri manifestanti (Antonio Pascale, Gaetano Miranda, Domenico Di Vaio, Ferdinando Lombardo, Angelo Maria Genovese, Teresa e Salvatore Cirillo, Pasquale Colella, Salvatore Alasci, Virginia Casillo, Luigi Casciello, Vincenzo Iandolo e Felice Di Matteo), tutti residenti tra Boscoreale, Terzigno, Scafati, Pompei e Torre Annunziata. Per loro l'accusa (pm Marco Mansi) non aveva ravvisato rilievi penali.

Sicuro il ricorso in Appello da parte dei legali degli imputati, capitanati dall'avvocato Liana Nesta, che chiederanno in secondo grado di cancellare la condanna inflitta questo pomeriggio al palazzo di giustizia oplontino.