A cura della Redazione

Gli Ufficiali di polizia giudiziaria del Nucleo Investigativo dei carabinieri di Torre Annunziata, sotto il diretto coordinamento della Procura della Repubblica oplontina, hanno proceduto al sequestro di due pozzi a Boscoreale, dai quali si diramano altrettanti cunicoli, realizzati per effettuare ricerche archeologiche clandestine.

Il sequestro è stato eseguito in via Vicinale Tufano a Boscoreale presso una proprietà privata, in un’area sottoposta a vincolo archeologico, in cui è situata parte di una villa romana denominata come villa di “Numerius Popidius Florus” dove, a seguito di ispezione delle strutture archeologiche fuori terra, sul piano del calpestio moderno, i carabinieri hanno scoperto due botole, distanti l’una dall’altra circa 10 metri, poste a chiusura di altrettante cisterne, la cui ispezione, effettuata con l’ausilio dei Vigili del Fuoco di Napoli, ha consentito di constatare che sul fondo di ciascuno dei pozzi era stato praticato un tunnel abusivo per eseguire ricerche archeologiche clandestine per il depredamento della villa romana.

Nella prima cisterna, profonda circa 6 metri, è stata accertata la presenza di un tunnel lungo circa 6 metri, mentre nel secondo pozzo, alla profondità di circa 4 metri, p stato trovato un ulteriore tunnel, ricavato nello strato di cinerite e lapillo, praticato seguendo le antiche mura della dimora romana, interessando strutture anche sepolte.

Entrambi i tunnel hanno una dimensione di circa 60 centimetri di altezza e 50 centimetri di larghezza, simili a quelli rinvenuti nel sito archeologico della Civita Giuliana.

All’interno dei tunnel sono state rinvenute tracce inequivocabili della probabile recente frequentazione degli stessi da parte di soggetti non ancora identificati.

Il sequestro è stato operato in quanto vi erano ragioni di urgenza, sussistendo il pericolo che la libera disponibilità dei siti potesse aggravare o protrarre le conseguenze del reato di ricerche archeologiche clandestine.

Attualmente sono visibili, fuori terra, solo alcune stanze della villa romana, riconducibili alle stanze termali, le quali avevano anche una caldaia per il riscaldamento delle acque.

La villa fu seppellita nel 1906 dai proprietari del fondo all’epoca dei fatti.

Da pregresse attività investigative dei carabinieri, è emerso che tale contesto archeologico è stato nel corso degli anni successivi a spoliazioni che lo hanno privato di importanti testimonianze storico-culturali-archeologiche. Alcuni affreschi della villa romana sono stati infatti illegalmente esportati all’estero.

(In foto uno dei mosaici recuperati)