A cura della Redazione

Mobiltazione a Terzigno per la chiusura dell'Oratorio Salesiano "Don Bosco". Oggi pomeriggio, alle ore 18, è in programma una manifestazione  in piazza Troiano Caracciolo del Sole per esprimere il dissenso verso la scelta adottata dalle autorità ecclesiastiche del territorio, che dovrebbe concretizzarsi nel prossimo settembre.

La decisione, oltre a destare malcontento nei cittadini e soprattutto nei tanti giovani che frequentano la struttura, luogo di aggregazione sociale e culturale, agita anche il dibattito all'interno dell'amministrazione politica locale. «L'oratorio non chiude, pronti per una battaglia fondamentale per la nostra comunità», ha dichiarato il sindaco della cittadina vesuviana, Francesco Ranieri, che poi su Facebook ha ribadito: «Lontani da ogni appartenenza. Qui non si fa politica. Si difende la storia della nostra comunità. Io da cittadino sono pronto».

Vincenzo Aquino, consigliere comunale di minoranza, spiega come «Terzigno e i terzignesi non possono perdere questo luogo sacro che ha educato tutti i giovani del paese ai migliori valori etici e cattolici. Un luogo di sana e gioiosa aggregazione. Un unicum insostituibile».

Per la vicesindaca Genny Falciano «la chiusura dell'Oratorio comporterebbe conseguenze inevitabilmente disastrose sul tessuto sociale della nostra comunità. In un momento storico in cui le strutture valoriali vacillano, sarebbe davvero di una gravità inaudita per i nostri giovani e per le generazioni future. La comunità terzignese nella sua interezza metterà in campo tutte le azioni possibili per evitare tutto ciò. Uniti dobbiamo, uniti possiamo, uniti ce la faremo».

Il consigliere di minoranza Stefano Pagano ha dichiarato che «per Terzigno l'Oratorio è un punto di ritrovo sano per i giovani, la questione deve essere affrontata anche in Consiglio comunale. Dimostriamo caro popolo terzignese tutto il nostro sostegno all'Oratorio Salesiano, storico punto di aggregazione per intere generazioni, affinché i valori e gli insegnamenti che hanno permeato la nostra infanzia e adolescenza possano continuare a essere tramandati alle future generazioni».