A cura della Redazione

Si è tenuto stamattina l’ennesimo appuntamento di prevenzione per il tumore al seno, organizzato dall’associazione “La Fenice vulcanica” e dal centro “Ti ascolto” con il patrocinio dei Comuni di Boscoreale e Boscotrecase.

Il luogo scelto per l’evento è triste simbolo della malasanità territoriale: la sede dell’ex Consultorio di Boscoreale, eccellenza nel suo genere, ormai chiuso da settembre 2021. Gli screening sono stati realizzati grazie alla reiterata e continua disponibilità di una consolidata equipe di professionisti tra i più stimati del territorio: dott. Mario Trerè, dott.ssa Caterina Trerè e dott.ssa Maria Cirillo. Grazie a loro, con il sostegno delle volontarie del Centro, sono state effettuate circa cento visite con una incidenza di casi da “approfondire” del 30 %.

La diagnosi precoce del tumore al seno ha lo scopo di intercettare la malattia nella sua fase preclinica, cioè prima della comparsa di segni e sintomi evidenti. Grazie alla prevenzione, oggi, la maggior parte dei tumori sono curabili. Anche il dott. Mario Trerè ha ribadito che “la guaribilità del cancro al seno è abbastanza elevata, ma dobbiamo ancora lavorare tanto per far capire alle donne che una diagnosi precoce, quando il tumore è di pochi millimetri, comporterebbe una guaribilità superiore al 95% dei casi”.

La mattinata di screening è stata anche un momento di confronto con le donne del territorio, che hanno espresso con forza la conclamata difficoltà di poter accedere ai servizi sanitari principali che sono alla base del rispetto per il cittadino, come prevede l’articolo 32 della Costituzione Repubblicana. Tutte le donne presenti hanno lamentato che, ormai, la prevenzione è diventata una “chimera” e una possibilità lasciata solo a chi ha le risorse economiche per rivolgersi alla sanità privata.

Angela Losciale, presidente dell’Associazione la Fenice Vulcanica, con convinzione ha evidenziato che: “Il paradosso è che i fondi non vengono stanziati a favore dei presìdi di prevenzione con l’assurda motivazione della mancanza delle necessarie risorse economiche: ma tali risorse vengono comunque impiegate successivamente per le cure a cui i malati oncologici, che non hanno potuto usufruire della prevenzione, devono sottoporsi”.